di Mario Mariano

Il caldo improvviso sicuramente ha avuto il suo peso, ma altri fattori devono aver influito su un gioco ad intermittenza del Perugia e sottoritmo da parte dell’Avellino. Più che il colletivo le due squadre hanno puntato sulle individualità e la rosa della squadra di Bisoli ne possiede di migliori rispetto a un avversario a lungo contestato dai suoi tifosi. Tempi duri aspettato Dario Marcolin, invitato per quasi tutta la ripresa a tornarsene a Catania dove evidentemente l’ex difensore del Parma ha fissato il suo quartier generale. Nonostante il potenziale tecnico di maggiore evidenza nelle file perugine c’è voluto il riscatto sontuoso di Rosati per blindare i tre punti, a conferma che le prestazioni di portiere e attaccante pesano tantissimo nell’economia di una squadra. Rosati, così come non si è abbattuto nelle giornate meno felici, ha festeggiato solo alla fine con i tifosi della curva Nord, nonostante avesse buoni motivi per compiacersi dopo tre interventi salva risultato: due alla mezz’ora del primo tempo, prima su conclusione di Bastien e poi di Rea, e infine nella ripresa volando sulla punizione di Insigne, che ha due marce in meno del fratello Lorenzo. I risultati della concorrenza per i play off non autorizzano a voli pindarici, ma provarci fino all’ultimo è un obbligo per tutti, perché come sosteneva Castagner sono le ultime partite che restano meglio impresse nella mente di tifosi e addetti ai lavori. Motivi per insistere ve ne sono a decine, e basti pensare a chi deve annotare quali calciatori potranno trovare spazio nella rosa della prossima stagione.

LA CRONACA
FOTOGALLERY: LA PARTITA

Le scelte di Bisoli Bisoli si trova ora alle prese con le scelte e non è detto che nel suo caso sia preferibile l’abbondanza. Qualche decisione lascia perplessi, come quella di portare Spinazzola in panchina per poi mandarlo in campo e per quello che si è visto non solo è stato tra i più vivaci atleticamente, ma anche tra i più propositivi. Solo per inciso Guberti è alla seconda sostituzione per motivi fisici nei primi 45  minuti. La voglia di dare alla partita una connotazione di gioco offensivo ha favorito l’impiego in contemporanea di Fabinho-Aguirre e Ardemagni, un trio sperimentale e se si esclude qualche scambio tra l’uruguaiano e il lombardo, l’intesa è di là da venire. Piuttosto insistere su Zebli è d’obbligo: il giovanotto ha avuto una partenza complicata, ma poi è stato il più tenace e propositivo nelle due fasi che un centrocampista deve svolgere, copertura e costruzione del gioco.

LE INTERVISTE
FOTOGALLERY: I TIFOSI

Rosati: in sessanta secondi è protagonista di due parate che riscatto le ultime incertezze. Bastano quelle per metterlo nella lista di quelli tra i quali pescare il migliore in campo. Voto: 7

Del Prete: spinge poco e quando lo fa non sembra avere l’ispirazione dei giorni migliori nei cross che in altri tempi erano uno dei pezzi migliori del suo repertorio. Sbaglia anche una deviazione di testa da posizione ravvicinata. Voto: 5.5

Belmonte: errori nei rinvii con una certa costanza finiti tra i piedi degli avversari, fanno pensare che deve ritrovare il ritmo dopo l’infortunio, ma poi timbra il secondo gol stagionale, in fotocopia (zuccata su calcio d’angolo) e bisogna tenerne conto perché finalmente anche la soluzione dei calci piazzati viene presa in considerazione. Voto: 6.5 (dal 37′ st Della Rocca: in campo per meno di un quarto d’ora per andare poi a festeggiare sotto la curva. Voto: ng)

Volta: Mokulu somiglia a quell’Ercolano dei tempi della Prima Divisione, un vatusso dai movimenti lenti che quando va per le terre impiega 2 minuti per rialzarsi. Nonostante un’Avellino sgangherato è necessario un intervento sulla linea per impedire che il risultato torni in discussione. Voto: 6+

Rossi: elogiatissimo da Bisoli alla vigilia, si avventura a volte sul fronte offensivo senza utilità; meglio che stazioni in difesa dove il compito non è neppure dei più difficili. Voto: 6

Zebli: regista mobile come a Brescia e viene da pensare che perfino Prcic possa restare in panchina a guardare il più giovane collega che interpreta il ruolo in maniera del tutto diversa, ma pur sempre utile. Senza Zebli a correre per 4 che partita sarebbe stata? Voto: 7+

Rizzo: piede ruvido e corsa che migliora con il passare dei minuti. Ne risente la lucidità. Voto: 6

Fabinho: poco servito e quelle poche giocate confermano che è attaccante atipico, che ha bisogno di spazi e di ispirazione. Voto: 5.5 (28′ st Parigini: bentornato! Vorrebbe mettersi al galloppo, ma poi capisce che rischiare dopo tre mesi di stop è troppo. Riprende dimestichezza con il pallone con le sue caratteristiche non deve essere stato facile. Voto: ng)

Aguirre: anarchico quanto si vuole, ma sprigiona energie da tutti i pori. Al terzo centro stagionale e poteva pure raddoppiare. Genio e sregolatezza. Voto: 6.5

Guberti: relegato sulla fascia senza potersi impegnare anche altrove sembra un pesce fuori d’acqua. Urge venire a capo del problema che accusa a fasi ricorrenti. Voto: 5.5 (39′ st Spinazzola: sprinta che è una bellezza, cambio di velocità che autorizza a pensare che il salto di categoria è quasi obbligatorio. Peccato che non veda la porta, ma questo si sapeva. Voto: 6.5)

Ardemagni: forse demoralizzato dopo il gol sbagliato in avvio, certo è che palloni giocabili ne arrivano pochi. Intesa con Aguirre da perfezionare. Voto: 6

Bisoli: l’emergenza esalta lui e la squadra, l’abbondanza aumenta i dubbi che diventano tanti specie per uno che misura anche le energie sprecate da un calciatore nell’ultimo minuto dell’allenamento di rifinitura. Voto: 6

Twitter @mimar2000

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