di Chiara Fabrizi

Scende il numero degli sfollati umbri. Dal migliaio scarso stimato mercoledì dalle autorità, si è arrivati ai 539 contati la prima notte dopo il terremoto nei ventuno punti di accoglienza allestiti dalla Protezione civile tra Norcia e le frazioni di San Pellegrino, Ancarano e Campi, ma anche Avendita di Cascia, Preci e Scheggino. Giovedì è stata montata dai volontari anche una mini tendopoli a Castelluccio da trenta posti, qui chi è rimasto ai piedi del Monte Vettore ha trascorso la prima notte in auto.

FOTORACCONTO: LA NOTTE TRA GLI SFOLLATI DI NORCIA E SAN PELLEGRINO
FOTORACCONTO DAI LUOGHI DELLA TRAGEDIA
IL GIORNO DOPO TRA GLI SFOLLATI: VIDEOFOTO – CRONACA
CROLLA IL CAMPANILE DI SAN PELLEGRINO

Gli umbri morti ad Amatrice Al dramma delle popolazioni terremotate, si aggiunge quello degli umbri che hanno perso la vita sotto le macerie di Amatrice. Piange Castiglione del lago che ha perso Marco Santarelli, chef ventottenne. Si versano lacrime anche a Todi per la tragedia della famiglia Sargeni costata la vita al poliziotto in pensione di 84 anni Adriano, originario della frazione di Camerata ma da tempo residente ad Amatrice. Con lui è morta la moglie Artemia, la figlia Gabriella e il genero Mauro Marincioni, mentre sono salve per miracolo le due nipoti di 10 e 12 anni. Apprensione profondissima anche a Orvieto per Matteo Gianlorenzi e Barbara Marinelli, la coppia di giovani che alloggiava all’Hotel Roma di Amatrice e che risulta ancora dispersa. Venerdì mattina si è appreso del decesso di un’altra umbra, Floriana Svizzeretto, 59enne, la cui salma è stata recuperata sotto le macerie di un’abitazione di Amatrice, dove era direttrice del Museo comunale. A confermare la tragica notizia è il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, dopo aver manifestato cordoglio ai parenti e agli amici di Svizzeretto, che frequentemente usava trascorrere lunghi periodi nel borgo umbro, dove aveva anche una seconda casa.

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Zone rosse a Norcia Mentre nelle zone di Lazio e Marche devastate dal terremoto si continua a scavare, in Umbria fortunatamente gli sforzi sono tutti concentrati nell’accoglienza degli sfollati con relative misure di sicurezza, in attesa che lo sciame sismico si arresti. Tra i provvedimenti quello emesso dal sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che con apposita ordinanza ha istituito tre zone rosse nel territorio comunale di sua competenza, per l’Umbria quello più colpito dal terremoto. In particolare è vietato l’accesso nei centri abitati di San Pellegrino e Castelluccio, ma anche in parte di quello di Norcia, dove i pompieri fanno la spola coi residenti tra le abitazioni e le tendopoli per permettergli di recuperare l’essenziale. Per il resto transenne e sorveglianza fissa per scongiurare altri drammi.

CROLLI A SAN PELLEGRINO: VIDEO – FOTO
«IL BOATO, IL BUIO E LA PAURA DI MORIRE»

Messe per gli sfollati Oltre che alla professionalità dei volontari della Prociv, ampiamente riconosciuta dagli sfollati sentiti nella giornata di giovedì, al fianco delle popolazione terremoto scende anche la Diocesi di Spoleto-Norcia. Giovedì all’ora di pranzo il parroco di Norcia, don Marco Rufini, si è recato a Castelluccio per portare il saluto e l’incoraggiamento suo personale e del vescovo Renato Boccardo alle circa trenta persone rimaste in paese. Come già preannunciato dal vescovo Renato Boccardo, venerdì una delegazione della Caritas guidata dal direttore Giorgio Pallucco raggiungeranno Norcia per organizzare «una presenza di vicinanza e aiuto perché – si legge in una nota – moltissimi giovani, volontari dell’associazionismo e anche intere famiglie si sono rese disponibili per prestare servizio accanto ai terremotati nel Nursino, oltreché nelle zone delle Marche e del Lazio». La Caritas allestirà, in uno spazio di proprietà del Comune appena fuori le mura di Norcia, una tensostruttura che ospiterà il centro pastorale, ossia il luogo in cui verranno celebrate le Messe, organizzati incontri con i giovani e svolta la catechesi.

IL PUNTO SULLA VIABILITÀ
VIDEO: CROLLI E PAURA A NORCIA
VIDEO: MASSI SU STRADA PER CASTELLUCCIO

Danni gravi a chiese e monasteri Al lavoro da mercoledì mattina anche i tecnici della Curia incaricati di compiere i sopralluoghi nelle diverse chiese e monasteri danneggiate dal terremoto. Inagibile la concattedrale di Santa Maria, dove sono caduti anche i lampadari, la basilica di San Benedetto e la chiesa della Madonna Addolorata. Distrutta la chiesa di San Pellegrino, dove all’alba di giovedì è crollato il campanile a seguito di una nuova scossa. Situazione critica anche per le chiese di Frascaro, Nottoria, Castelluccio e di altri piccoli centri, così come risulta seriamente danneggiato il monastero delle Benedettine di Sant’Antonio, mentre non destano preoccupazioni le piccole lesioni riscontrate in quello delle Clarisse. Sul fronte degli edifici culto si registrano forti criticità anche a Cascia dove sono state chiuse le chiese di Agriano, Avendita, Roccaporena e Fogliano, in via precauzionale chiusa anche quella della Santa Maria della Visitazione. Problemi pure a Poggiodomo, precisamente a Mucciafora e Roccatamburo, inagibile anche l’abbazia di Sant’Eutizio di Preci. Complessivamente tra Umbria, Lazio e Marche sono 293 i beni artistici crollati o gravemente lesionati. In questo il ministero sta preparando una task force di tecnici che entrerà in azione non appena lo sciame sismico si fermerà.

DANNI AL CIMITERO,FONTE SECCA DOPO MILLE ANNI E SUPER MASSO

A Campi esplose le lapidi Transennata e già visitata dalla Soprintendenza, la chiesa di San Salvatore a Campi (Norcia), dove nell’adiacente cimitero a causa del terremoto sono anche esplose alcune lapidi dei loculi. Qui nella frazione più popolosa del territorio comunale, dove i danni non risultano ingenti, si sono registrati anche due singolari episodi riferiti e mostrati dal presidente della Proloco, Roberto Sbriccoli. A Fonte Antica un fontanile monumentale risalente al nono secolo dopo Cristo e da cui, dopo il sisma, ha smesso di sgorgare acqua. In un vicino campo è invece comparso una roccia enorme probabilmente distaccatasi dalla montagna e piombata nel terreno senza però lasciare tracce lungo il pendio della montagna, comunque molto distante, né nell’area circostante.

Chiuso il Ponte delle Torri Apprensione anche a Spoleto dove nel tardo pomeriggio di giovedì, il sindaco Fabrizio Cardarelli ha firmato l’ordinanza di chiusura temporanea del Ponte delle Torri. «La chiusura del monumento si rende necessaria – si legge nell’atto – per realizzare le opportune verifiche in seguito all’evento sismico in corso». Il Ponte delle Torri è stato oggetto, negli anni 2006-2008, della parziale messa in sicurezza di un’arcata e di vari analisi per valutarne la vulnerabilità sismica. Nel 2016 sono state inoltrate al ministero delle Infrastrutture e al ministero dei Beni culturali richieste specifiche per la messa in sicurezza dell’arco rampante. Per il celebre monumento è stata formulata anche la richiesta di finanziamento per l’8per1000 per il suo integrale recupero. «In considerazione della situazione pregressa che interessa il monumento e vista l’importanza e la particolarità dell’opera e della sua valenza storico-artistica si è deciso per la sua chiusura temporanea».

Crollo a Orvieto, verifiche a Terni Giovedì i vigili del fuoco hanno compiuto sedici interventi di verifica stabilità tra Terni, Amelia ed Orvieto. In particolare nella città della Rupe i pompieri sono intervenuti per il crollo di un muro di contenimento in località Badia. Dieci vigili del fuoco con due funzionari sono al lavoro a Norcia, altri dieci con un’unità cinofila e altri due funzionari sono invece stati dislocati ad Accumuli.

@chilodice

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