di Maurizio Troccoli

La cronaca, del cioccolato, di questi giorni, ci racconta dell’annullamento della manifestazione ‘Altrocioccolato’ a Città di Castello, per l’indisponibilità delle tensostrutture. Per chi non seguisse la cronaca spicciola, significa che le tensostrutture utilizzate a Città di Castello, da Altrocioccolato, erano le stesse dell’attuale ‘Salone del tartufo’ non più disponibili proprio perché gli organizzatori della fiera del tubero hanno rinnovato l’evento, rinunciando ai gazebo. L’indisponibilità avrebbe assunto un carattere ideologico fino a essere interpretata come un diniego.

L’ideatore di Eurochocolate – appuntamento commerciale tra i più noti dell’Umbria, in Italia -, ha colto la palla al balzo, per ‘salvare’ la manifestazione ‘antagonista’. Ve le do io le strutture – ha detto – e ve le do gratis. Insomma l’imperialismo del cioccolato avrebbe dovuto salvare i difensori dei campesinos che coltivano il cacao, sfruttati dalle multinazionali? ‘Mai e poi mai’, è l’imperativo dal fronte ‘Altrocioccolato’: meglio ‘morire gloriosamente’, cioè, meglio non fare l’evento.

Direbbero di no anche a un ‘estraneo’ alla ‘battaglia del cioccolato’ che offre le strutture? Domanda, pertinente, visto che un altro imprenditore umbro si sarebbe fatto avanti. Ma questo lo valuteranno loro. La domanda è, invece, perché mai Guarducci vuole salvare ‘l’avversario’, quelli cioè nati in antitesi alla filosofia ‘commerciale’ di Eurochocolate?

Chi mai vorrebbe che fossero sfruttati i bambini nelle piantagioni di cacao? Chi sarebbe contrario alla difesa di un giusto reddito per i contadini? Non sono mancate le occasioni, per sentire formulare queste domande dal patron di Eurochocolate. La verità è che ‘noi – è il Guarducci pensiero – quei produttori solidali, li ospitiamo nella nostra manifestazione, quei valori non soltanto li veicoliamo ma, concretamente, li sosteniamo’.

Chi ha memoria, ricorda quando Guarducci, rispose alla richiesta di volontari per l’evento ‘Altrocioccolato’, proponendosi. «Fui rifiutato – racconterà -, un gesto di discriminazione immotivato». L’Eu-‘Genio’ della comunicazione, avrebbe preferito «fare il lavapiatti» ad Altrocioccolato – come qualcuno suggerì – ma vinse il fronte oltranzista, che lo respinse.

Oggi, in nome del cioccolato, e di una battaglia ben più ampia del piccolo recinto dell’Umbria, Guarducci rilancia la sfida al dialogo: apre con il gesto delle strutture gratuite. Ci sono messaggi, intenzioni, di ‘Altrocioccolato’, talmente importanti che non meritano di essere riservati a pochi, attenti, colti e sensibili. Forse possono arrivare a un target tanto vasto quanto distratto e goloso, se orientati al confronto non ideologico. Se non è propriamente questo il pensiero di Guarducci, molto probabilmente ci si avvicina. Chissà che in cambio di una ‘sana pubblicità’ – o come direbbero taluni ‘furba propaganda’ – non si possa salvare l’evento e il dialogo.

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