di G.O.
Arriva dal Partito democratico di Perugia la proposta di istituzione dei Consigli di quartiere, «entità intermedie fra le comunità di quartiere e l’istituzione cittadina volte a favorire la partecipazione di cittadini e associazioni all’azione politica del Comune». Consigli che rappresentano una delle prime proposte concrete che il Pd vuole mettere in campo in vista del 2024, quando Perugia dovrà eleggere un nuovo sindaco. I dem ne hanno parlato venerdì nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il segretario comunale Sauro Cristofani, Lorenzo Ermenegildi Zurlo, Francesca Pasquino e Federico Balducci: «Non parliamo di circoscrizioni, non ripercorriamo i passi perduti, i Consigli sono un primo tassello per la competizione del giugno 2024».
Dialogo con la popolazione La proposta del Pd mira a istituire una nuova struttura di governance del Comune di Perugia, basata sulla partecipazione e collaborazione dei cittadini al fine di soddisfare le reali esigenze territoriali. I Comitati di quartiere sono, quindi, gruppi di abitanti dei quartieri e delle frazioni di Perugia che dialogano con l’Amministrazione per progettare insieme le azioni future nel territorio. La funzione dei Cdq sarebbe principalmente propositiva, in merito a tematiche strettamente legate al territorio di competenza su temi quali i servizi di welfare, la gestione degli spazi pubblici e delle aree verdi, i lavori pubblici, l’urbanistica, la sicurezza e altri.
Il modello Nel documento programmatico divulgato venerdì sono state formulate alcune modalità operative, seguendo il modello di altre città simili al capoluogo per popolazione, composizione e area geografica come Ancona, Padova, Brescia e altre. In particolare, in merito alla suddivisione del territorio, «sembra opportuno raggruppare i 13 territori delle ex Circoscrizioni in massimo 8-10 Consigli. I criteri seguiti sono diversi, i più diffusi si basano sul numero di abitanti delle varie sezioni elettorali, interessi omogenei ed estensione territoriale». Inoltre, se «la popolazione è bilanciata tra i territori, il numero dei componenti può essere uguale per tutti i Cdq».
Le elezioni Dal punto di vista della composizione, i Cdq per i dem dovranno essere per due terzi «totalmente elettivi – con suffragio universale e doppia preferenza di genere: ogni quartiere forma un proprio elenco sulla base di autocandidature spontanee di residenti nel territorio, sottoscritte da un congruo numero di persone». Accanto alla parte elettiva figurerebbero rappresentanti di interessi e attività del territorio designati da associazioni e categorie.
Le novità al voto Potranno eleggere i propri rappresentanti i cittadini italiani e comunitari residenti nel quartiere a partire dai 16 anni di età: «Responsabilizziamoli questi 16enni, non arrestiamoli soltanto» spiega il segretario. Il partito inoltre propone di estendere il diritto di voto ai cittadini extracomunitari che risultino residenti nel quartiere da «almeno cinque anni consecutivi». Anche per ridurre i costi individuati, principalmente legati all’individuazione di sedi fisiche e alle elezioni, il partito ha proposto «la possibilità di votare in modalità digitale nell’apposita sezione di un eventuale sito istituzionale e attraverso l’identità digitale Spid».
PD alla guida «Noi crediamo che Perugia debba riscoprire la sua capacità di elaborazione, i Cossigli di quartiere collaborano in maniera fattuale allo sviluppo di realtà presenti nel territorio – ha aggiunto Cristofani -. La società è cambiata, si è articolata, ed è evidente la difficoltà dei partiti nell’interpretare la società e il territorio, anche per questo dobbiamo riscoprire l’autocandidatura». «Ci auguriamo di tornare alla guida della città – prosegue il segretario – e quindi istituire i consigli di quartiere in forma innovativa e diversa dal passato; l’obiettivo è coinvolgere i cittadini nella progettazione cittadina. Perugia non è in linea con il resto del paese, vogliamo coprire questa carenza per contribuire allo sviluppo della città».
Road map PD Perugia «Dopo nove anni di governo Romizi abbiamo osservato come la partecipazione sia la vera discriminante tra destra e sinistra, per questo siamo ripartiti da un pilastro del rapporto tra cittadini e amministrazione», spiega Federico Balducci, segretario organizzativo. Il Pd comunale mira ad arrivare alle elezioni con un «programma condiviso, non vogliamo essere somma di sigle ma un’alternativa programmatica». Sabato 16 settembre la coalizione tra M5S, Pd e Ipp si riunirà per stilare un documento unitario per il consiglio grande sulla sanità di martedì 19. Previsti poi nel calendario della coalizione incontri sul tema della mobilità e del nuovo stadio: «Perugia soffre due problemi, muoversi e come accedere a servizi, due macigni che vogliamo risolvere», conclude il segretario.