Thyssenkrupp chiuderà il sito della contrallata Terninox a Monsano, in provincia di Ancona, entro il prossimo 30 aprile, licenziando 12 persone. La notizia già trapelata nei giorni scorsi negli ambienti sindacali ternani e messa per iscritto dal segretario dell’Ugl Daniele Francescangeli, trova conferma a margine di un incontro che si è tenuto nel Marchigiano tra il management aziendale e i rappresentanti delle sigle sindacali, il cui obiettivo è scongiurare l’ipotesi messa in campo dal gruppo dell’acciaio.

L’ORGOGLIO DI LAVORARE PER THYSSENKRUPP: SONDAGGIO GLOBALE 

Terninox Lo stabilimento rifornisce le multinazionali che producono cappe aspiranti per cucina sul territorio marchigiano e fatturerebbe diversi milioni di euro ma sarebbe anche destinato a chiudere entro aprile, senza che vi siano prospettive o spiragli di sopravvivenza. L’azienda avrebbe giusto offerto il trasferimento di quattro operai  ed un impiegato nel sito di Ceriano sul Laghetto, in Lombardia e un non quantificato incentivo all’esodo, proposte che i sindacati giudicano insufficienti. «Siccome Terninox è una società della Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni – fanno sapere gli stessi sindacalisti – ci aspettiamo che il colosso dell’acciaio intervenga per trovare soluzioni al fine di salvaguardare tutta l’occupazione».

Fiom Terni «Siamo venuti a conoscenza, dai compagni della Fiom Cgil delle Marche, che la società controllata Terninox di Thyssenkrupp cessa la propria attività nel comprensorio di Ancona. Fermo restando la discussione in atto, tra la società e le organizzazioni sindacali di quella regione, riteniamo non condivisibile la mancanza di informazioni e comunicazioni da parte di Tk-Ast anche alle organizzazioni sindacali ternane». Questo il monito lanciato dalla Fiom di Terni. «Vorremmo ricordare – prosegue la nota – che alla fine di gennaio, su richiesta delle organizzazioni sindacali, abbiamo svolto proprio sul tema delle politiche commerciali un incontro con la direzione aziendale, per approfondire aspetti di strategia, obiettivi ed organizzazione ritenendoli fondamentali per consolidare e rilanciare le produzioni ternane. Non è condivisibile che, nel corso della discussione, non sia emerso nessun riferimento a queste scelte che Thyssenkrupp sta compiendo sul sito di Monsano perché questo da il senso di come, sul versante vendite, presenza nel territorio e attenzione al cliente, l’azienda intende strutturarsi ed organizzarsi. Ribadiamo, come abbiamo avuto occasione più volte di dire, che il sistema di relazioni industriali e sindacali, per la storia che ha caratterizzato questo territorio, merita un’attenzione diversa. Come Fiom-Cgil di Terni pensiamo che oltre alle belle ed apprezzabili iniziative, finalizzate a ricostruire un’immagine positiva di Thyssenkrupp sul territorio, sarebbe utile per tutti qualche incontro sindacale in più dove si espliciti in modo trasparente la strategia aziendale».

Alfredo De Sio «In questi anni abbiamo ritenuto di tenere ben alta la guardia a fronte di politiche speculative che progressivamente hanno indebolito il nostro sito produttivo in un contesto europeo dove la voce del governo nazionale è stata tanto flebile quanto inutile – a parlare è Alfredo De Sio, componente dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’italia-An preoccupato per la chiusura annunciata -. Possiamo dire senza problemi –riprende – che a distanza di due anni dalla firma degli accordi, gli unici indici positivi sono quelli che hanno messo in campo i lavoratori creando le condizioni per mantenere competitivo il sito ternano con volumi produttivi e, conseguentemente, ricavi a cui non sembra far seguito una strategia industriale capace di dare certezze per il lungo periodo. Ecco perché, anche alla luce di questo episodio, appare necessario alzare il livello di attenzione da parte di tutte le istituzioni , a cominciare dal governo che attraverso il Mise dovrebbe chiedere di fare il tagliando ad accordi che sembrano non avere per i lavoratori ricadute concrete nel presente e poche certezze per il futuro. Terninox è una società della Tk-Ast –conclude De Sio – e appare singolare che decisioni di questo tipo non vengano adeguatamente partecipate con le parti sociali per spiegare ragioni e prospettive di tali scelte».

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