di Ivano Porfiri
«Non so se la giustizia ha funzionato, se guardo all’esito finale dovrei dire sì ma se guardo quello che ho passato ho fortissimi dubbi che sia così». Vestito blu, cravatta blu, con al fianco i suoi avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, Raffaele Sollecito parla in conferenza stampa di come sta vivendo questi giorni dopo l’assoluzione definitiva giunta con la sentenza della Cassazione. E prova a guardare avanti: «Sento ancora trasmissioni tv sul mio caso: tutti sono liberi di parlare del processo come vogliono ma preferirei che si attenessero ai fatti, suggerirei la massima cautela. Non accetterò mai più di essere definito assassino e nemmeno indiziato perché sono pronto a tutelarmi nelle sedi legali».
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«Io sequestrato per 7 anni» Raffaele ha esordito leggendo degli appunti buttati giù in questi giorni. «Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato in questi anni, senza il loro supporto non avrei avuto la forza di arrivare qui. Mio padre, i miei avvocati, i miei familiari. Mi sento un sequestrato che dop0 7 anni e 5 mesi torna alla libertà. Soprattutto perché additato come assassino. Ho visto la mia famiglia fatta a pezzi per nulla».
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La sentenza Raffaele ha sottolineato come si sia detto che non si aspettava l’assoluzione. «Non è vero – dice -questa vicenda doveva finire così perché è la realtà dei fatti. Il momento più bello è stata la telefonata di mia sorella che mi annunciava il verdetto, per me è stato come rinascere, un ritorno alla mia normale esistenza, alla possibilità di vivere come un ragazzo della mia età, senza un fardello pesantissimo». Sul sistema giudiziario: «alla luce di questo esito, ha funzionato. Ma 7 anni e 5 mesi, per arrivare a un esito che si conosceva già da anni, per me, sono davvero troppi. Se devo guardare nel passato ho difficoltà a dare un giudizio sul sistema giudiziario. Le accuse inventate hanno creato una patina, ma la verità era chiara fin dai primi mesi del mio arresto».
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Momenti brutti «Il momento più brutto? Ne ho una lista infinita, 7 anni e 5 mesi sono un tempo che non finisce mai quando si soffre. Tra i momenti più brutti c’è l’arresto: avevo dato io l’allarme, per me era surreale venire additato per un delitto con cui non ho nulla a che fare, nulla. Uno dei peggiori è stato anche quando la Cassazione ha annullato l’assoluzione nell’appello. Accettare di dover ricominciare a lottare quando si era ottenuto il risultato è davvero straziante. Non dimentico nemmeno quando nelle carte abbiamo dovuto trovare offese gravissime verso i miei familiari, ho trovato un fortissimo livore, disprezzo. Mi chiedo perché, nei confronti miei e della mia famiglia. Non sapere perché di tanto odio è stata la cosa più brutta».
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Ultima volta Sollecito giura che «non parlerò più del processo dopo questa conferenza stampa non voglio parlare più delle carte processuali. Non sapevo nemmeno prima l’esistenza di una verità processuale, per me la verità è sempre stata una sola. Ho scoperto l’esistenza della ricostruzione giudiziaria dopo la sentenza di primo grado. Sono completamente estraneo a tutta questa vicenda, ma ho dovuto accettare quel verdetto».
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Io e Amanda «Ho letto – ha proseguito Raffaele – cose non veritiere e folli sul mio rapporto con Amanda: era una semplice storia di affetto tra due ragazzi poco più che adolescenti. Auguro ad Amanda ogni bene, forse un giorno scriverò un libro, forse no. Voglio solo tornare a vivere ma questa ferita non si rimarginerà mai, è una ferita tropo profonda nel mio animo. Ringrazio tutti i giudici che hanno creduto in me, mi hanno risarcito moralmente. Però questa ferita non smetterà mai di sanguinare, sarà sempre sulla mia pelle». Sempre su Amanda: «AL’ho sentita ultimissimamente. Ci siamo fatti gli auguri, siamo entrambi molto felici, anche lei ha festeggiato con la sua famiglia. E’ stata una breve conversazione chiusa con ‘tanti auguri per un nuovo futuro’ e gioia per l’esito della sentenza. Il rapporto è rimasto di amicizia, è un’amicizia come tantissime altre. Questa vicenda ha creato un alone cupo nei confronti di questa relazione, ma non ha niente di veritiero».
Meredith Rispondendo alle domande dei cronisti, Raffaele ha parlato di Meredith. «A me dispiace molto che la famiglia di Meredith sia dispiaciuta e delusa da questa sentenza. Questa è la verità processuale, questa volta coincidente con la realtà dei fatti. Io non ho nulla a che fare con questo delitto. Meredith la conoscevo pochissimo, l’ho salutata qualche volta. Non avevo motivo per essermi reso partecipe a un delitto tanto orribile. Spero che attraverso persone loro vicine i familiari di Meredith trovino contezza e riconoscano la verità dei fatti. Guede? Non lo conosco a fatto e non ho nulla da dire».
Il risarcimento Dopo Raffaele, hanno preso la parola gli avvocati. Giulia Bongiorno ha affermato che «con l’avvocato Maori valuteremo istanze su ingiusta detenzione. Responsabilità civile nei confronti di magistrati? Non ci sono sentimenti di vendetta. Se vogliamo frustare qualcuno? Si aspetterà motivazione, non esiste il concetto che rispetto a due decisioni diverse di due giudici diversi, poi si fa azione civile contro chi ha sbagliato, chi ci vuole dipingere come quelli che vanno in giro a frustare, ha sbagliato, vedremo se ci sono responsabilità. La responsabilità civile non va esercitata con spirito di vendetta. Non ci sono allo stato iniziative di questo genere. Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono completamente estranei ai fatti».
Rudy parli Maori: «C’è una persona che sa esattamente come sono successe le cose. Abbiamo dimostrato che l’omicidio è avvenuto esclusivamente ad opera di una sola persona, Rudy Guede che sta scontando la sua pena. Io spero che faccia sapere e conoscere quello che è successo. Particolarmente per la famiglia Meredith».
Una conferenza stampa ridicola. Un compitino scritto dalla Bongiorno e letto anche in maniera penosa senza tanti interlocutori. La vittima rimane la povera Meredith. Per i complici di Guede (tra 2o 3 anni libero) la procura dovrà incaricare alcuni ghost hunter alla ricerca di CASPER
Vorremmo sapere cosa hanno indotto i giudici precedenti alla sentenza di colpevolezza,sempre con le stesse prove.La Bongiorno offre sicurezza?credo che se tornassimo all’età della pietra con la giustizia fatta dagli uomini TOGLIEREMO TANTI TEATRINI dei mas media che fanno veramente male a tutti e forse ci saranno più verità