La sede del Briccialdi

di Massimo Colonna

Passa in giunta una «preadozione dell’atto per l’elaborazione della proposta per il consiglio comunale». Ossia un nuovo documento con cui l’esecutivo punta a regolare i rapporti con il Briccialdi dopo che l’ultima convenzione è scaduta creando anche polemiche e soprattutto la conseguente chiusura dell’istituto da parte del presidente Vincenzo Bisconti. L’atto è stato approvato dalla giunta e ora dovrà passare al voto del consiglio comunale in una impostazione differente dunque rispetto a quella proposta dall’assessore Armillei negli ultimi mesi, ossia di un protocollo d’intesa tra Comune e Briccialdi di competenza della giunta. Ora invece il sindaco, che sta seguendo in prima persona la vicenda, punta ad una preadozione di un atto per una convenzione da far poi approvare ai vari rappresentanti del consiglio comunale.

Statizzazione E mentre dunque prende forma l’ipotesi su cui le parti dovranno trovare l’accordo intanto prosegue il percorso amministrativo e burocratico per la statalizzazione del conservatorio ternano. Un obiettivo che tutti riconoscono come ancora di salvezza perché permetterebbe una gestione economica molto più snella sia per le casse di Palazzo Spada che per quelle dell’istituto di via del Tribunale. Dall’ultimo incontro che si è tenuto all’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni, le amministrazioni impegnate in questo tipo di percorso hanno espresso moderato ottimismo sul disegno di legge che punta proprio alla statizzazione degli enti di questo tipo.

La preadozione Dalla giunta dunque è uscita la preadozione dell’atto. Un documento al momento non vincolante anche perché non contiene ancora degli allegati importanti, come quello del piano di rientro economico del conservatorio nei confronti del Comune. Nell’atto si mettono in evidenza quali devono essere le priorità: «Vincolare la sottoscrizione della convenzione alla definizione di un piano di rientro relativamente all’accertamento e alla riscossione dei crediti vantati dall’amministrazione; attivare insieme al Comune di Perugia e alla Regione ogni iniziativa volta a costruire un consorzio o un polo regionale di alta formazione delle arti e della musica con il coinvolgimento delle eccellenze umbre, come l’accademia delle Belle Arti di Perugia, il Conservatorio Morlacchi, mantenendo l’autonomia dei singoli istituti ma stabilendo nel contempo forme di cooperazione; autorizzare il dirigente del personale a disporre il comando di due impiegati amministrativi comunali, mantenere il comodato per i locali».

Lo schema Dunque in sostanza la futura convenzione dovrà seguire queste linee: un piano di rientro economico, l’accordo con altri istituti simili a livello regionale, il rientro al Briccialdi di due dipendenti comunali dopo che ultimamente cinque erano rientrati a Palazzo Spada proprio a causa degli ultimi disguidi sul prolungamento della convenzione.

I soldi Ma non solo. «Il Comune – si legge nella delibera – si impegna a prevedere annualmente un sostegno economico nel bilancio comunale a favore dell’istituto, con una parte fissa e una parte variabile». L’istituto invece «si impegna ad aggiornare le tasse di iscrizione, aumentandole gradualmente, per fasce di reddito». Sul fronte economico ecco che l’amministrazione punterà ad un contributo con una parte fissa e una varabile, ipotesi questa già emersi in precedenza, mentre da parte dell’istituto spunta l’idea di aumentare le tasse di iscrizione proprio per coprire una fetta maggiore di copertura finanziaria. Per quanto riguarda gli spazi, «Il comune assicura all’istituto l’auditorium di Palazzo Primavera per cinquanta giorni l’anno, il teatro Verdi, se disponibile, per otto giorni, l’auditorium della chiesa del Carmine per venti giorni, il teatro Secci per quindici e l’anfiteatro Fausto per cinque». In più, ogni anno il Comune attenderà una relazione sui conti dell’ente musicale e in più Palazzo Spada potrà nominare un proprio membro all’interno del consiglio d’amministrazione del conservatorio. Il documento poi potrà essere rivisto in caso di statizzazione.

Questione stipendi Intanto la Flc (Federazione dei lavoratori della conoscenza) Cgil, lanciano l’allarme stipendi. «Non hanno percepito lo stipendio di settembre, né i contributi sociali degli ultimi mesi: sono i 34 docenti del Briccialdi, per i quali non si intravedono ancora risposte e soluzioni concrete. Da tempo, infatti, è aperta una ‘vertenza’ per salvare l’istituto, ente di assoluto prestigio e valore, per la quale, però, l’amministrazione comunale e la direzione non trovano accordo. Vista l’assoluta gravità della situazione, con l’avvicinarsi dell’apertura dell’anno accademico prevista per il mese di novembre, la Flc Cgil insieme alla Camera del Lavoro di Terni, tornano a sollecitare in primo luogo il sindaco Di Girolamo, che a seguito del rimpasto in giunta ha assunto la delega in materia di Alta Formazione, e il presidente del consiglio di amministrazione del Briccialdi, affinché raggiungano un accordo positivo per l’istituto e per i suoi lavoratori».

@tulhaidetto

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