La conferenza stampa di questa mattina

Se a breve non arriveranno dalla Regione risposte giudicate convincenti i lavoratori dell’Agenzia forestale, ovvero i 600 operai delle ex comunità montante, sono pronti a manifestare sotto palazzo Donini. Intanto, come spiegato giovedì in una conferenza stampa da Cgil, Cisl e Uil, scatta lo stato di agitazione. Al centro del tavolo, da mesi, il problema del fondo specifico che la Regione avrebbe dovuto garantire all’Agenzia «per dare liquidità – dicono i sindacati -, continuità agli stipendi dei dipendenti, garanzie per il parco macchine e strumenti da lavoro. Oltre a ciò bisogna apportare le modifiche alla legge regionale costitutiva per attribuire all’Agenzia le deleghe sulla bonifica ed impianti irrigui, per non far sentire questi dipendenti come i “parenti poveri” di quelli di altri enti regionali. Un impegno che non è stato rispettato con l’approvazione del bilancio regionale».

Incertezza Dario Bruschi della Fai-Cisl, Massimo Venturini della Cgil e Stefano Tedeschi della Uila-Uil hanno descritto una situazione di tensione e forte incertezza, relativa in primis al pagamento degli stipendi e alle questioni contrattuali. «Il ruolo dell’amministratore delegato – è stato detto – non può limitarsi al coinvolgimento del sindacato solo per fare la questua nei confronti delle istituzioni per reperire risorse, rinviando questioni salienti come quelle riferite all’inquadramento contrattuale dei lavoratori, che deve essere riallineato».

Attendiamo risposte «Per affrontare le questioni riguardanti il contratto integrativo – hanno continuato Bruschi, Venturini e Tedeschi – non riusciamo neppure ad individuare l’interlocutore naturale per avviare il processo concertativo finalizzato alla salvaguardia di coloro che si trovano a pagare le spese di una riforma istituzionale che ancora oggi non trova certezze. Attendiamo a riguardo risposte da parte della Regione, che auspichiamo che a breve ci convochi». C’è poi, infine, la vicenda legata all’erogazione della produttività 2012 per gli operai della ex comunità montana del Trasimeno: «Ci appare assurdo – dicono – il fatto che saranno costretti a procedere per via giudiziale».

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