©️Fabrizio Troccoli

L’intelligenza artificiale al servizio dell’umanità per costruire un domani più sostenibile e con meno disuguaglianze, questa la missione ispiratrice dietro agli studi di Reid Garrett Hoffman, che oggi ha ricevuto il dottorato honoris causa in scienze umane dal magnifico rettore dell’Università di Perugia. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ribadisce Hoffman, non può considerarsi esente dal porre al centro l’umano, in un’ottica di progresso sociale al servizio dell’uomo e non mirato alla sostituzione dell’attività umana. Per l’approccio positivista che ha caratterizzato le sue ricerche e l’attenzione per il sociale, oggi si è tenuta la solenne cerimonia per conferire a Hoffman l’ambito riconoscimento.

Il protagonista Reid Garret Hoffman è un imprenditore e investitore statunitense, ideatore di Linkedin e considerato tra i padri fondatori dell’intelligenza artificiale per come la conosciamo oggi. I suoi studi sono stati caratterizzati da un’impronta positivista legata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e alle sue implicazioni sociali. Da anni è promotore di missioni filantropiche no profit legate all’accessibilità dell’istruzione universitaria e le sue ricerche sono state improntate alla valutazione dell’impatto dell’intelligenza artificiale sull’umano.

La cerimonia È l’aula magna di palazzo Murena gremita il palcoscenico adeguato alla solennità dell’evento, accompagnato dal coro dell’Università di Perugia e dalla tradizionale cerimonia di rito in latino. Con tutti gli onori del caso, il magnifico rettore Maurizio Oliviero, a seguito di una delibera unanime del senato accademico, su proposta del dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione, ha conferito a Reid Hoffman il dottorato honoris causa in scienze umane. Tra i presenti alla cerimonia anche l’imprenditore umbro Brunello Cucinelli.

Umanità e tecnologia Secondo Hoffman, attraverso un consapevole progresso che vede l’intelligenza artificiale come estensione delle capacità umane, molti settori potranno essere accessibili a tutti, partendo da quello sanitario. Nell’ottica in cui l’essere umano è progredito grazie al consapevole uso degli strumenti da lui creati, l’intelligenza artificiale rappresenta una nuova fase nella quale gli obiettivi di ridurre le diseguaglianze e migliorare la qualità della vita su scala globale diventano perseguibili, formulando quel che Hoffman definisce ‘Nuovo Umanesimo. Nella lectio tenuta durante la cerimonia l’imprenditore americano sottolinea: «Siamo homo techne, noi esseri umani siamo costruttori e utilizzatori di strumenti. E quando questi due elementi – umanità e tecnologia – si uniscono, quel che ne esce non è un cyborg, bensì un umano migliore. Rimodellare per tornare ad essere noi stessi, amplificati e migliorati attraverso la tecnologia».

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