«È un traguardo estremamente importante che attendevamo da quasi dieci anni – ha spiegato Francesca Di Maolo, membro del consiglio nazionale dell’Aris, responsabile dell’Aris Umbria e presidente del Serafico di Assisi – raggiunto grazie al percorso altamente partecipato che ha coinvolto tutti gli stakeholder nelle diverse fasi che si sono susseguite. Non era facile, infatti, mettere mano all’ampia varietà di tipologie assistenziali sociosanitarie residenziali e semiresidenziali presenti sul territorio regionale, per definirne da un lato gli standard e per incrementare la qualità dei servizi dall’altro». Secondo Di Maolo, infatti, «la classificazione delle strutture territoriali per le persone con disabilità prevede tutti i livelli essenziali di assistenza per la presa in carico residenziale e semiresidenziale delle persone con disabilità. In Umbria quindi, differentemente da quanto avviene in altre regioni, sarà possibile avere un’assistenza a tutto campo anche per ciò che riguarda i disturbi del neurosviluppo e per l’alta intensità assistenziale. Non solo: la classificazione ha elevato gli standard dell’assistenza professionale e di base per tutte le tipologie di residenzialità, e questo avrà una ricaduta significativa sugli utenti che potranno così anche controllare e pretendere il rispetto degli standard previsti» ha aggiunto. «La classificazione, dunque, arriva a compimento con la determinazione delle tariffe, e questo è un segnale importante dalle istituzioni in favore dei più fragili», ha concluso. 

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