di Daniele Bovi e Annarita Pitruzzella
C’è un indiano che si fa un selfie con la moglie vicino a una (inesistente) pista di ghiaccio che si dovrebbe trovare in una frazione microscopica di Montefalco; un supporter di un candidato di centrodestra dalla Guinea-Bissau, forse già entusiasta dello sbandierato «Piano Marshall per l’Africa» promesso da Berlusconi; un altro dalle isole Tonga da dove segue in modo appassionato la campagna elettorale di un candidato umbro del centrosinistra e, non da ultimo, un certo «Ajeje Brazorf», personaggio reso immortale da Aldo, Giovanni e Giacomo e fervente sostenitore dell’ultrasinistra. Potrebbe sembrare l’inizio di una variante della consunta barzelletta con l’italiano, il francese e il tedesco, e invece è solo un esempio di come i candidati umbri hanno utilizzato i social network in queste settimane.
È sempre la più brutta La campagna elettorale che si sta per chiudere, che per definizione è sempre «la più brutta di tutti i tempi», passerà alla storia politica come quella dove i partiti – con poche risorse a disposizione dopo l’abolizione del finanziamento pubblico – hanno fatto un uso massiccio dei social network, tanto da lasciare semivuote le leggendarie plance che, fino a qualche anno fa, erano le uniche bacheche sulle quali trovare le facce, ora planante su tutti gli smartphone. Per capire come in Umbria sono stati utilizzati questi mezzi Umbria24 ha analizzato la presenza social di ognuno dei quasi 170 candidati alle politiche di domenica, limitando il raggio d’azione a Facebook, Twitter e Instagram. La sintesi? Pochi partiti davvero organizzati, molta improvvisazione che denota scarsa consapevolezza delle potenzialità del mezzo e qualche caso che, come quelli in apertura, desta più di un sospetto.
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Numeri Intanto i dati macro, riportati nel dettaglio a fondo pagina nelle nostre infografiche: quasi il 15 per cento non è presente su Facebook, Twitter o Instagram. Partendo dal regno di Mark Zuckerberg, i candidati in Umbria nella maggior parte dei casi ne hanno fatto un uso sbagliato: il 16 per cento è assente mentre il 45 per cento ha solo un profilo e non una pagina. La prima opzione ha dei limiti evidenti, ovvero un tetto massimo di 5 mila «amici» (che basterebbero forse per una competizione in un piccolo Comune, non per le politiche) e niente sponsorizzazioni che sono state l’arma principale di questa campagna elettorale. Poco più di un candidato su tre ha dunque una pagina attraverso la quale veicolare in modo efficace (sempre che la si utilizzi bene) i propri messaggi.
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Twitter e Instagram Quanto a Twitter che, va detto, offre un bacino in Umbria nettamente inferiore a Facebook, per i candidati umbri si tratta di un mezzo residuale o quasi: il 59 per cento non è presente mentre un altro 22 per cento non lo utilizza o cinguetta pochissimo. Una Caporetto. Nella cosiddetta età dell’immagine poi, risultati ancora peggiori a quelli di Twitter si notano a proposito della presenza sul social dove è l’immagine a farla da padrona, Instagram: un candidato su due non c’è, il 7 per cento ha un account privato, il 27 per cento lo usa poco o nulla; insomma, meno di due su dieci sono attivi. Tra i partiti più organizzati, almeno per quanto riguarda la presenza, c’è il M5s: nella gran maggioranza dei casi candidati con immagini coordinate, pagine attive, sponsorizzazioni, alto numero nel caso di Giannetakis di like sulla pagina (segno di investimenti).
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Organizzati e non Bene, ma meno del Movimento 5 stelle, anche il Partito democratico e in misura minore anche Casapound che, rimanendo nell’ambito dell’ultradestra, batte per presenza Forza nuova. Per gli altri il quadro è a macchia di leopardo, sintomo di poco coordinamento: prendendo ad esempio FdI, alcuni come Prisco e Zaffini sono presenti e attivi, altri su Facebook ci sono solo con un profilo mentre su altre piattaforme sono assenti. A-social sono i candidati del Partito repubblicano, quasi totalmente assenti dalla piazza virtuale. Liberi e uguali? In piena corsa il trio Mazzoni, Muroni e Maestri, meno gli altri. Facebook è il più usato poi attraverso una serie di pagine dai candidati di FI, mentre gli altri social sono meno o per nulla utilizzati. Non mancano casi bizzari come un candidato di Potere al popolo che si registra col nome al contrario (Valerio Tobia, alias Oirelav Aibot, auguri a chi volesse trovarlo) e paccottiglia da Ventennio come un meme con l’immancabile frase a effetto del Duce sul profilo di Beltrami (FdI) e via così.
Casi sospetti Poi ci sono quei casi che un occhio minimamente allenato nota subito, come i profili fake che condividono o mettono like ai post; una sorta di versione 2.0 del militante ‘costretto’ ad assistere all’ennesimo incontro-comizio in una qualche saletta sperduta, con la differenza che questi ultimi sono in carne e ossa. Alcuni, al 99,9 per cento riconducibili all’ultradestra, hanno anche preso di mira in questi giorni i post di Umbria24. Poi si nota la presenza di bot, cioè profili automatizzati per like, commenti e condivisioni. Alcuni ad esempio, come il già citato militante di centrodestra della Guinea-Bissau, per dare l’idea di essere reale condivide post sotto i quali ci sono, random, più o meno sempre le stesse risposte di altri bot.
Guerrilla social Sospetti sono anche certi commenti sotto i post di alcuni candidati del M5s, dal sapore troppo «standard» e provenienti da presunti militanti di altre regioni. Bot, gestione anche di un numero elevatissimo di account fake e acquisto di like che sono pratiche largamente utilizzate dai partiti a livello nazionale, che così combattono la social guerrilla. In generale però, tolti alcuni casi, si nota una media di like ai post bassa. In sintesi i candidati davvero organizzati e con staff alle spalle – pronti a tutto o quasi – non sono molti. Magari sarà per il 2023, sempre che non si torni alle urne molto prima.
Volevo informarvi che nel comune di Perugia ci sono scuole sede di seggio elettorale che riaprono nel giorno di martedì 6 marzo, contravvenendo alle disposizioni ministeriali e alla disposizione del Prefetto che obbligano le suddette scuole a riaprire il giorno 7 marzo, in modo da garantire il corretto svolgimento delle votazioni e le successive operazioni di pulizia e disinfestazione. Cordiali saluti. Paolo