foto archivio

«Non essere scelti come la capitale italiana della cultura per il 2016 non è affatto una bocciatura per Terni. Arrivare nella short list delle città candidate è di per sé un risultato molto positivo». Sulla scia di quanto affermato e più volte ribadito dall’assessore comunale Giorgio Armillei, il senatore del Partito democratico Gianluca Rossi lascia intendere che essere in lizza per il titolo non era scontato e, sfumato il sogno per il prossimo anno, resta ancora la chance 2017.

Rossi «Contendersi il ruolo di capitale della cultura – afferma il senatore – richiede un salto di qualità da parte della comunità ternana, a partire da chi la rappresenta, nel considerare la cultura come una priorità strategica inscindibile da altre sfide che abbiamo di fronte: dalla ‘fabbrica intelligente’  dello studio Confindustria – Ambrosetti, alla ‘città intelligente’ del progetto smart city. Non si tratta  – spiega Rossi –  solo di ‘conquistare’ un milione di euro, che pure non credo sia irrilevante, ma di pensare a un nuovo paradigma di città. In questo sta il merito di chi ci ha creduto e di chi ci crede ancora».

Umbria «L’intera comunità regionale è chiamata ad una sfida inedita – sostiene l’onorevole Rossi – nel corso di un solo biennio sono infatti arrivate all’ultima tappa per il titolo di capitale europea e italiana della cultura ben tre realtà umbre (Perugia, Terni e Spoleto) ed hanno scalato la classifica con progettualità locali che guardano oltre i confini umbri e nazionali».

L’appello «Queste energie non devono andare disperse – prosegue -, devono ottenere una risposta di sistema, in termini di investimento sociale e politico prima ancora che economico. Il percorso compiuto da Terni rappresenta una sfida collettiva che non investe gli addetti ai lavori ma la città nel suo insieme e le sue prospettive in termini di sviluppo, non solo culturale. Per queste ragioni – conclude il senatore Rossi – auspico davvero che possa conquistare il titolo per il 2017. Io prendo parte e tifo per la mia comunità».

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