La centrale di Galleto

«Regione di politici impreparati, imbelli e collusi». Ecco cosa scrive il consigliere del M5s Adrea Liberati dei suoi colleghi dell’ente rispetto ai rapporti della politica con le multinazionali del così detto Nucleo idroelettrico di Terni ora in fase di passaggio di mano; prima Endesa poi E.On. Queste, per 10 anni, avrebbero pagato canoni concessori straordinariamente bassi, oggi  a quanto pare destinati a raddoppiare.

Canoni concessori inferiori alla media «La Regione ha svenduto tutto – scrive Liberati – negli ultimi dieci anni ha regalato oltre un miliardo di euro netto alle multinazionali straniere dell’idroelettrico, si evince dal programma finanziario di Garrone, nuovo acquirente di quello che è considerato l’impianto più importante dell’Italia a sud del fiume Po. Come noto – spiega il consigliere regionale -, è proprio la Regione l’ente competente in materia: tuttavia l’incompetenza assoluta di assessori e consiglieri regionali, unita a smaccate collusioni e conflitti di interesse, hanno provocato questa conseguenza. Oggi  – dichiara – il ventilato raddoppio dei canoni da parte della Giunta Marini è un pannicello caldo, un atto tardivo e minimale».

Movimento 5 stelle Secondo Liberati, l’operazione rappresenta ‘l’ultima marchetta politica agli intoccabili tedeschi’ «Anziché mettere in campo tutte le risorse pubbliche per giungere a gestire direttamente un introito netto superiore ai 100 milioni di euro annui, si è comunque mantenenuto un canone bassissimo, mentre ad esempio la Regione Abruzzo ha non solo imposto canoni adeguati per grandi concessioni minerarie (€ 35/kw) ma ha anche applicato un ulteriore sovracanone di € 50/kw per impianti, come Galleto, di taglia superiore a 300Mw non andati ancora a gara, quella imposta dall’Europa eppure mai effettuata tanto che siamo già sotto la seconda procedura di infrazione».

Conseguenze sul territorio «Il mantenimento dello status quo – chiarisce Liberati – sta provocando un enorme danno erariale: intanto il Comune di Terni, nella sua miseria politica, ha soltanto ottenuto il rinnovo della ridicola convenzione per Piediluco (valore 1/1000 dell’introito netto annuo), area naturalistica che subisce da 80 anni pesantissime conseguenze dalla variazione del livello idrometrico. Nulla si richiede – aggiunge – perché si riaprano le Cascate delle Marmore sul modello delle Niagara Falls e di Iguazu, ove sono parimenti presenti impianti idroelettrici che limitano fortemente l’afflusso delle acque in notturna, ma senza chiuderlo del tutto, come invece accade qui anche di giorno, causando un danno pesante al turismo e senza che i territori ricevano una compensazione congrua: seguendo il modello abruzzese incasseremmo all’incirca una cinquantina di milioni di euro annui, soldi che, anziché finire nelle casse regionali e comunali, partono per qualche paradiso fiscale».

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