di M. R.
C’è l’ok all’atto ‘La casa a chi studia’, proposto dal consigliere Pd Andrea Zingarelli ed elaborato dai membri della giovanile democratica in collaborazione con la Rete degli studenti medi e passato al vaglio della seconda commissione. Dopo il sì a ‘La città in bacheca’, ‘Crowfoungìding civico’ e ‘Bed & breakfast non imprenditoriali’, martedì pomeriggio il consiglio comunale di Terni ha espresso parere favorevole a un modello per cui il Comune possa promuovere accordi locali per la definizione di contratti relativi alla locazione di immobili ad uso abitativo per studenti universitari, con la previsione anche di futuro acquisto.
Università a Terni La discussione in aula, neanche a dirlo, ha preso il largo verso la più ampia partita in atto sull’università. L’amara ironia dell’opposizione è stata ben riassunta da Marco Cecconi capogruppo Fdi-An: «Parliamo di case agli studenti e non abbiamo gli studenti». Francesco Ferranti capogruppo Fi è andato oltre: «Zingarelli fa parte della stessa maggioranza che non riesce a dare le case popolari ai ternani, figuriamoci la casa a chi studia». Il carico generalizzato di Enrico Melasecche (I love Terni): «L’atto è un chiaro tentativo di mascherare politiche fallimentari pregresse in questo campo».
La casa a chi studia A dare manforte all’iniziativa dei Gd e del sindacato studentesco ci ha pensato allora Faliero Chiappini, capogruppo di Città aperta: «Questa città vuole e deve puntare anche sull’università e la ricerca, perché possono rappresentare strategie di sviluppo per il territorio». Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, nella replica: «Il 2015 ha segnato un’inversione di tendenza rispetto al decennio passato, facendo registrare un aumento seppur lieve di iscritti e il Polo ternano sino a questo momento ha saputo rispondere alle richieste studentesche e alle esigenze di alta formazione».