di Mar. Ros.
Sotto attacco soprattutto per la gestione della seduta dedicata al caso mense, «per la confusione nella quale sono avvenute le votazioni prima, e per le battute scambiate col sindaco emerse dallo streaming poi», l’opposizione con una mozione ha chiesto la revoca del presidente del consiglio Giuseppe Mascio, ai sensi dell’articolo 31 dello statuto dell’ente. L’assemblea ha però respinto la proposta e di fatto riconfermato il proprio garante.
Scrutinio Serviva l’ok dei due terzi del consiglio (22) per l’approvazione, ma la mozione ha incassato solamente 17 voti favorevoli, come conteggiato dagli scrutatori Valeria Masiello e Sandro Piccinini del Pd e Valentia Pococacio del M5s, nominati dal vicepresidente Michele Pennoni. Evidente che parte della maggioranza ha appoggiato la proposta dell’opposizione. Duro il primo cittadino verso i Franchi tiratori: «I problemi politici si affrontano nelle sedi opportune non nel segreto dell’urna».
Mascio sotto attacco «Gravi irregolarità procedurali e inadeguata gestione dei lavori del consiglio, dedicato alla refezione scolastica, dubbi profili etici, mancata serenità e trasparenza in fase di votazione». Queste le accuse mosse a Giuseppe Mascio da Fdi-An, M5s, I love Terni, ‘Il Cammello’ e gruppo ‘Misto’ ma la mozione illustrata dal consigliere Marco Cecconi non passa e a spezzare una lancia a favore di Mascio ci pensa il sindaco Di Girolamo.
Il primo cittadino «Voglio esprimere la mia piena solidarietà ed il mio sostegno al presidente – scrive -.In questi 18 mesi di difficilissima attività amministrativa, attraversata da tensioni molto rilevanti (basti ricordare l’occupazione della sala del consiglio da parte dei lavoratori Ast impegnati nella vertenza dell’azienda), il presidente ha assicurato a tutti i gruppi politici la piena agibilità, salvaguardando pienamente la dignità e l’operatività del consiglio stesso».
Il voto «Ai consiglieri di maggioranza che nel segreto dell’urna hanno inteso esprimere un dissenso personale – conclude il sindaco – ricordo che bisogna praticare la trasparenza e la responsabilità dei propri atti e che le questioni politiche vanno affrontate e discusse nelle sedi appropriate e non nascondendosi dietro il voto segreto: è quello che faremo».
Il precedente In fase di discussione dell’atto, il capogruppo Pd Cavicchioli, mettendo in discussione l’ammissibilità della mozione, aveva chiesto il parere del segretario comunale ma diverso consiglieri si sono opposti. Franco Todini del Cammello: «La revoca è un atto di natura politica, il parere tecnico condizionerebbe il voto». La questione è infatti tutta politica, come sottolineato anche dal sindaco; la maggioranza scricchiola e sulla scelta di non far esprimere il segretario, il democratico Pennoni: «È la prima volta che accade».
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