di Marta Rosati

Da ispettori a militari. Quattro consiglieri comunali giovedì mattina hanno passato al setaccio verbali e carte di ogni tipo, saltando da un ufficio all’altro di Palazzo Spada, alla ricerca di un documento che potrebbe secondo loro riassumere la situazione complessiva dei debiti fuori bilancio. Non lo hanno trovato e allora si sono messi ad aspettare il sindaco Leopoldo Di Girolamo fuori dal suo ufficio, minacciando di chiamare i carabinieri se il primo cittadino non li avesse ricevuti entro le 13.45.

Piacenti D’Ubaldi alza la voce  Dell’intervento delle forze dell’ordine non c’è stato bisogno perché il sindaco di Terni è arrivato prima che scattasse l’ora ‘X’, chiedendo qualche ora per fornire una risposta. Tempo, questo, che Di Girolamo utilizzerà per confrontarsi con la dirigente competente, in questo caso la dottoressa Danila Virili, anche se nel pomeriggio l’agende segna anche un altro impegno. Intanto una prima risposta, tutt’altro che ‘morbida’ l’ha fornita pubblicamente l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi: «Rappresentate la politica dello sfascio, state creando seri problemi tra il mondo creditizio e le aziende che lavorano con il Comune».

In quattro picchettano l’ufficio del sindaco I quattro consiglieri Angelica Trenta, Valentina Pococacio, Thomas De Luca (M5s) ed Enrico Melasecche (I love Terni) cercano una proposta di deliberazione di giunta, prodotta dal dipartimento Promozione sistema formativo e sociale, direzione Affari generali, avente come oggetto ‘Riconoscimento di legittimità di dfb’ (che a loro parere sta per debiti fuori bilancio). L’esistenza di questo atto risulterebbe da un protocollo datato 7.3.2016 ma «misteriosamente nessuno sa nulla – commentano i quattro – e in giunta non risulta essere mai arrivato o discusso».

Debiti fuori bilancio «L’esistenza di questo documento, che noi vogliamo vedere – spiega la Pococacio – certificherebbe che Palazzo Spada conosce quella cifra da marzo ma tra assessore e dirigenti non è mai venuta fuori la verità, quindi vogliamo vederci chiaro». Tant’è che anche dopo essere stati ricevuti dal sindaco sono rimasti  lì: «Cerchiamo di conoscere la cifra esatta dallo scorso gennaio – tuona la Trenta – abbiamo il diritto di sapere e non ce ne andremo sino a quando non ci sarà fornito quel documento». In mattinata Melasecche, già particolarmente attivo su questo fronte, ha persino fatto presente la situazione alla prefettura.

Leopoldo Di Girolamo Intanto, mentre i consiglieri picchettano l’ufficio del sindaco, l’assessore al bilancio in una nota: «Al contrario di certa opposizione, stiamo lavorando per mettere in sicurezza i conti dell’ente, nell’ottica di garantire servizi, mantenere inalterata la pressione fiscale e assicurare i pagamenti a tutte le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione. Noi lavoriamo in questa direzione, nella convinzione che la città, in tutte le sue articolazioni sane e produttive, dal mondo delle imprese, alle organizzazioni sindacali, al tessuto associativo e professionale, saprà ben comprendere il senso e la portata di questa assunzione di responsabilità e di buon governo».

Il predissesto La replica di Piacenti D’Ubaldi prende il largo, è rivolta a tutte le forze di opposizione che gridano alla paralisi finanziaria: «Il Piano pluriennale di riequilibrio è una operazione contabile chiara, sottoposto alla verifica degli enti di controllo, che vuole reperire quelle risorse necessaria a garantire la piena operativa del bilancio dell’Ente. Le forze politiche che vogliono bloccarlo, che puntano al commissariamento del Comune, al dissesto finanziario, si assumano la responsabilità di fronte alla città di chiedere la paralisi, di gravare per anni e anni i conti dell’ente  e le tasche dei cittadini di onerose procedure di rientro economico forzato».

M5s: «Il documento esiste» Nel tardo pomeriggio, continuando a insistere presso alcuni uffici del municipio i grillini avrebbero provato l’esistenza del documento ma non lo hanno ancora visto: «Sappiamo chi lo ha protocollato, chi lo ha saricato, ma non è allegato». Nel corso del sit-in gli stessi consiglieri hanno anche elaborato la risposta all’assessore: «I danni fatti da questa amministrazione vanno al di là di ogni immaginazione, Piacenti  parla come se fino a ieri avessero governato i marziani a Terni, e non si rende conto che non si possono risolvere i problemi con le stesse persone e lo stesso tipo di pensiero che li hanno creati. La vera politica dello sfascio è quella che il PD ha portato avanti in questi anni, ed ha centrato appieno l’obiettivo tanto che la città si ritrova ora sull’orlo del fallimento.  L’assessore oramai disperato ripete un copione oramai già trito e ritrito, quello della diffamazione e del ricatto».

@martarosati28

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