di Ivano Porfiri
«Lo dico da anni al Pd che si è allontanato dai bisogni della gente. Ecco perché mi sono ritirato dalla politica e ci ritorno solo perché questo progetto parte dal basso, dai cittadini». Si presenta così il primo candidato che scende in pista ufficialmente per la poltrona a sindaco di Perugia. E’ Dramane «Diego» Waguè, il 49enne scrittore ed ex consigliere comunale di Perugia, tra i fondatori del Pd, che all’hotel Plaza ha presentato il progetto «Idee per Perugia».
La squadra Ad introdurlo alcuni componenti del progetto, nato l’estate scorsa intorno all’omonima pagina Facebook. Un gruppo che ha un po’ del civismo classico e un po’ del grillismo dei Meetup. «Il progetto – spiega Gabriella Klein, docente universitaria – è partito perché la città è diventata invivibile, c’è un forte degrado, i cittadini non la riconoscono più, è urgente ritrovare un’identità basata sulla storia di Perugia. Da qui abbiamo dato vita a idee concrete su sicurezza, recupero urbano, rilancio internazionale, creare luoghi di incontro. Idee sviluppate attraverso dialoghi con esperti di vari settori. E intorno alle idee si è creata una squadra con un leader». A coordinare gli interventi sul programma Giovanna De Santis, avvocato amministrativista. «Sono napoletana di nascita ma perugina di adozione, sposata con un perugino e con un figlio di 5 anni. Vorrei che mio figlio crescesse qui ma la Città è in uno stato di profondo degrado. Mi piace questo gruppo perché guarda non all’appartenenza politica ma alle idee». Dei giovani si occuperà la 23enne Alessandra Brozzi, studentessa di antropologia: «Perugia oggi – sostiene – ha prospettive limitate per noi giovani, dobbiamo cambiare». Il logo è stato studiato dal grafico pubblicitario Koffi Dossou.
Cambiare «Perugia – ha detto nel suo intervento conclusivo Waguè – ha bisogno di un cambiamento vero, che parta dalla gente. Perciò ho risposto al loro appello a guidare questo progetto, mi hanno votato all’unanimità e mi sento molto responsabilizzato da questo». Waguè è uscito dal Pd, anche perché sarebbe stato espulso. «Il partito, così come l’amministrazione, si è troppo chiuso nei palazzi, bisogna aprirsi al confronto, affrontare i problemi anche se sono tempi difficili». Uno dei punti nel programma è garantire maggiore sicurezza. «Pensiamo a una polizia municipale più attiva – afferma il candidato sindaco – che stia nelle strade e nei vicoli del centro segnalando dove intervenire alle forze di polizia. Accanto a questo, bisogna rendere i cittadini più protagonisti, farli riappropriare della loro città».