Catiuscia Marini (foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

«Rivolgo un appello a Governo e a Parlamento affinché venga riconosciuto il danno indiretto a tutte le imprese del cratere e a quelle turistico-ricettive dell’Umbria». Così la presidente Catiuscia Marini a Umbria24 all’indomani delle quattro scosse di magnitudo superiore a 5 che sono tornate a seminare il panico in Valnerina e grande paura in tutti i territori.

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Marini: «Angoscia per Rigopiano» Ore segnate anche dall’ondata di neve ma soprattutto dal dramma dell’Hotel Rigopiano, dove risulta disperso anche Alessandro Riccetti, ternano 33enne, receptionist dell’albergo: «Seguiamo con attenzione le operazioni di soccorso nella struttura di Farindola, c’è profonda angoscia per le sorti dei connazionali coinvolti e grande preoccupazione per le notizie che riferiscono del coinvolgimento del giovane umbro». Nel primo pomeriggio al centro regionale di protezione civile, la presidente Marini ha fatto il punto sulla doppia emergenza neve e terremoto, la prova più dura per le popolazioni di Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto: «Tra la serata di mercoledì e la mattina di giovedì tutte le popolazioni residenti nella frazioni dell’area epicentrale sono risultate raggiungibili, su di loro si sono inevitabilmente concentrati gli sforzi maggiori, consapevoli del doppio disagio patito in queste ore. La sicurezza delle persone e la viabilità sono state le priorità che hanno guidato tutte le attività di soccorso, gestite in stretto coordinamento con le prefetture e quindi con tutte le forze sul campo che continuano a lavorare incessantemente. In Umbria – osserva – i servizi essenziali non sono mai mancati, dalla fornitura di energia elettrica all’assistenza sanitaria nonostante i terremoti e le abbondanti nevicate».

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FOTOGALLERY: SAN PELLEGRINO SOMMERSA DALLA NEVE

Cento casette per Norcia entro fine febbraio Disagi tra tende crollate sotto la neve e la paura per la terra tornata a tremare, però, non sono mancati: «Non abbiamo segnalazioni di nuovi danni di rilievo ma si è inevitabilmente resa necessaria l’assistenza alla popolazione – spiega – con circa 70 nuove persone accolte negli alberghi e nei cointainer collettivi che sono stati potenziati con altrettante brandine collocate negli spazi comuni» gran parte delle quali sono fortunatamente rimaste vuote.  Ma l’urgenza restano le casette con il fabbisogno che tra Norcia, Cascia e Preci è salito a quota 500, in aumento rispetto alle previsioni del mese scorso quando le stime erano intorno alle 400. Con la nuova ondata di maltempo i cantieri si sono fermati, tuttavia l’obiettivo dichiarato della Marini è «consegnare a Norcia entro la fine di febbraio 101 sae (soluzioni abitative d’emergenza, le cosiddette casette, ndr) e progressivamente andremo avanti con realizzazione e assegnazioni, fermo restando che i Comuni e la protezione civile stanno continuando a consegnare i container collettivi, due verranno aperti a stretto giro a Cascia e nella frazione di Avendita», risulta in dirittura d’arrivo quello di Popoli, mentre più indietro i lavori di urbanizzazione ad Ancarano, Frascaro, Savelli e San Pellegrino.

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Alle macerie della Valnerina pensa Vus E poi: «Continuiamo a lavorare su più livelli, dall’emergenza alle casette fino alla ricostruzione. Come Regione – annuncia – abbiamo completato in queste ore le procedure e affidato alla Valle Umbra Servizi la gestione delle macerie, fronte sul quale siamo quindi pienamente operativi, almeno non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno». Alla multiservizi pubblica di cui sono soci i Comuni dei comprensori di Spoleto, Foligno e Valnerina è quindi stato assegnato il compito di organizzare operativamente il recupero delle case di Norcia, Cascia e Preci rase al suolo dal terremoto che dovranno essere poi conferite nelle aree individuate e concentrate nel territorio comunale di Norcia, la più grande è una cava in disuso, per un’operazione in termini economici che gira intorno a quota 6,6 milioni di euro.

Marini: «Appello al governo, riconosca danno indiretto a imprese» Le nuove scosse di terremoto non hanno solo fatto ripiombare nell’incubo le popolazioni terremotate, ma anche incrinato ancora una volta quel percorso di rilancio del comparto turistico, che rappresenta uno dei principali motori economici della regione, è l’unico per molti territori. Spot, videomessaggi e appelli nulla possono contro le faglie dell’Appennio, tant’è che la presidente lancia l’appello: «Chiedo a Governo e Parlamento – sono le parole della Marini – di definire una norma e individuare il meccanismo di riconoscimento del danno indiretto alle nostre imprese come già accaduto per il terremoto del 1997. Siamo di fronte a una crisi sismica che, oltre a compromettere il patrimoni edilizio di interi borghi, ha inferto un duro colpo all’intero settore turistico», spesso fatto anche di piccole aziende familiari che dal 24 agosto fanno i conti con le stanze vuote. La richiesta del riconoscimento del danno indiretto è naturalmente perorata con forza da Federalberghi che l’aveva inserita nel pacchetto di emendamenti presentato ai parlamentari dell’Umbria, ma di cui non si è avuta più traccia.

@chilodice