Slot machines

«La legge risulta completamente inattuata». Va giù duro, il presidente del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale, Raffaele Nevi, illustrando in Consiglio regionale il report sulla attuazione delle misure previste dalla legge regionale contro la ludopatia. Per Nevi la Giunta non ha adempiuto a quanto stabilito  e le iniziative intraprese sono partite con forte ritardo. In seguito ha svolto una relazione anche Carla Casciari (vicepresidente Comitato), rilevando che invece c«molte iniziative sono state già avviate dalla Giunta di Palazzo Donini». Intervenuti nel dibattito Barberini (Pd), Mancini (Ln), Ricci (Rp), Liberati (M5s). La giunta regionale, a inizio febbraio scorso ha modificato la legge in alcuni punti che la rendevano controversa e di difficile applicazione.

GIOCO PATOLOGICO, 10 MILA UMBRI CON «PROFILO PROBLEMATICO»

Legge inattuata Nevi ha elencato «le attività che la Giunta avrebbe dovuto mettere in campo per combattere il gioco d’azzardo patologico e le azioni previste dalla legge erano molto importanti per prevenire e contrastare la diffusione di questo vero e proprio male che è appunto il gioco d’azzardo. Il Comitato di monitoraggio ha avviato un’attività di verifica, evidenziando che la Giunta regionale ha completamente messo da parte la legge stessa che risulta completamente inattuata. Il numero verde regionale (che potesse fornire un servizio di primo ascolto, di assistenza e di orientamento) risulta attivato a partire dal primo marzo 2016, tuttavia la campagna informativa sul numero verde non risulta ancora avviata. Il protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto al gioco illegale tra Regione, Umbria, Anci, Corecom, e Prefetture di Perugia e Terni, Forze dell’ordine, Monopoli dello Stato, e Fondazione Umbra contro l’Usur ad oggi non è stato ancora firmato».

I DATI: IN UMBRIA GIOCATO OLTRE UN MILIARDO DI EURO ALL’ANNO

Le cose da fare Come strumento incentivante alla rimozione delle famose macchinette dai bar era stata prevista una manovra fiscale con la legge regionale che prevedeva appunto la riduzione dell’aliquota Irap dello 0,92 per cento in favore dei titolari di esercizi che avessero deciso di conseguire il marchio regionale ‘No slot’. «La Giunta regionale – ha sottolineato Nevi – doveva individuare i contenuti grafici del marchio entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge regionale. Doveva partire l’attività di formazione obbligatoria per i gestori delle sale da gioco, degli esercizi in cui fossero installati apparecchi e per il personale. Altre attività di formazione dovevano riguardare gli operatori sociali, socio-sanitari e sanitari affinché questi fossero preparati ad affrontare questa problematica».

Niente relazione «Veniva prevista – ha aggiunto – una rilevazione delle presenze degli esercizi commerciali con apparecchi per il gioco lecito sull’intero territorio regionale, sostanzialmente un database per avere più precisa cognizione dell’entità del fenomeno, queste erano da avviare, siamo a novembre 2014, c’è scritto nella legge, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge regionale stessa. La clausola valutativa della legge prevedeva l’obbligo di inviare una relazione annuale all’Assemblea legislativa contenente informazioni documentate e dati di dettaglio riguardanti risultati in termini di prevenzione, contrasto e riduzione del rischio di dipendenza da gioco d’azzardo patologico. La prima relazione doveva essere trasmessa entro il 30 settembre 2015, ma non è mai arrivata».

Casciari difende la giunta Carla Casciari (Pd), che si era astenuta nella votazione in Comitato sul documento da presentare in Aula, ha svolto una relazione di diverso tenore, mettendo in evidenza che «anche se con alcuni rallentamenti dovuti al fatto che c’è una modifica di legge in via di definizione e alla complessità di azioni che vedono lavorare insieme professionalità diverse, enti pubblici, enti privati, associazionismo, no profit, la legge ha avuto un suo percorso, ha attivato una rete di collaborazioni importante». Tra queste «la Regione Umbria ha attivato il centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo patologico, la cui realizzazione è stata affidata all’Asl Umbria 2, che ne ha fissato la sede presso il Dipartimento delle dipendenze di Foligno. In questa struttura è anche stato attivato, dal marzo scorso, il numero verde previsto dalla legge, del quale è stata data informazione alla cittadinanza attraverso canali ufficiali e del quale si trovano i riferimenti sul sito della Usl Umbria 2. Il servizio di ascolto, assistenza e consulenza risulta aperto dalle 17 alle 20, ed è un servizio gratuito per giocatori e familiari. Inoltre in tutte le Aziende sanitarie sono presenti punti di accoglienza per rispondere ai bisogni dei giocatori patologici e dei loro familiari. I ritardi nell’istituzione del marchio regionale ‘No slot’ per gli esercizi pubblici che decidano di non installare o disinstallare gli apparecchi per il gioco lecito sono dovuti alle modifiche di legge che la Giunta regionale ha proposto al fine di migliorare l’applicabilità e la comprensibilità del testo».

Gli altri interventi L’ex assessore Luca Barberini, ha notato come «nella relazione di Nevi ci sono dei bug, dei vuoti di memoria: era stato istituito un gruppo di lavoro, poi ci sono state le elezioni e per mesi non è stato possibile fare passi avanti. Inoltre, la legge contiene qualcosa di inapplicabile: la riduzione dell’aliquota Irap a chi si impegna a non installare slot machine. Basta dichiararlo e si beneficia della riduzione, anche se nella propria azienda di slot machine non ce ne sono mai state. È un errore e dobbiamo immediatamente rimediare. Il rallentamento nell’attuazione della legge nasce da queste correzioni da fare». Per Valerio Mancini della Lega «la questione slot machine l’ha voluta il governo Renzi che nel decreto stabilità ne ha previste quasi 30mila in più». Secondo Claudio Ricci «sarebbe importante che le clausole valutative non fossero molto lontane nel tempo dal periodo cui si fa riferimento. L’ottima tabella parametrica presentata dal presidente del Comitato di monitoraggio Raffaele Nevi fa riferimento al 2014, una distanza già eccessiva rispetto alle azioni correttive che si potrebbero determinare». Infine, per Andrea Liberati del M5s «la ludopatia è un azzardo di Stato. Dobbiamo avere il coraggio di vedere che le aziende del gioco danno finanziamenti alla politica. Sono elementi fondamentale su cui il monitoraggio deve essere stringente. C’è una questione affaristica e morale sottostante da analizzare».

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