Una manifestazione Omphalos davanti alla Regione (Foto F.Troccoli)

Torna in Aula in un clima di tensione, la Legge regionale contro l’omofobia. Martedì scorso, giorno dell’approdo della proposta firmata da Chiacchironi, Leonelli e Solinas, tutto è finito con una fumata grigia. Il rinvio per mancanza di numero legale, figlio di alcune assenze annunciate ma anche del disaccordo in seno alla maggioranza di centrosinistra, in primis nel Pd, ha fatto saltare i nervi a chi attende la legge da dieci anni: le associazioni Lgbti hanno protestato entrando a Palazzo Cesaroni.

Legge omofobia: ecco chi è contro e difende la ‘famiglia naturale’ e chi a favore. Videoriassunto

I giorni sono passati in una situazione di stallo apparente: nessun accordo annunciato, nessuna particolare presa di posizione dei protagonisti. Se non di quelli già noti: Omphalos Arcigay ha proseguito la sua campagna social ‘Tempo di legge’ e i consiglieri comunali di centrodestra di diversi comuni hanno firmato un appello contro l’approvazione.

Speciale di Umbria24: Cosa dice la proposta – Situazione in tutte le regioniVideo: protesta e posizioniAnimazione: 10 anni in 3 minuti

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Approfondimento: la situazione nelle regioni Chi protesta per i ritardi della legge usa spesso l’argomento che in altre regioni la norma c’è da tempo. Umbria24 è allora andata a verificare come stanno effettivamente le cose regione per regione riscontrando una situazione a macchia di leopardo.

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Storymap: tutte le regioni in un minuto

Ostacolo emendamento Tornando in Umbria, l’ostacolo principale, superato lo scoglio “tecnico” della copertura finanziaria, è l’emendamento proposto da Andrea Smacchi. Un testo apparentemente innocuo, che richiama alla libertà di espressione, ma che ricalca quello che da un paio d’anni ha fatto arenare in Parlamento la legge nazionale contro l’omofobia. La presidente Catiuscia Marini lo ha definito «irricevibile», Smacchi non vuole ritirarlo.

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LA PROPOSTA DI LEGGE SPIEGATA BENE

Come andrà a finire? Un braccio di ferro dagli esiti quantomai incerti. Senza l’ala cattolica del Pd non c’è la maggioranza per approvare la legge, nel frattempo il Movimento 5 stelle fa melina: dice che voterebbe sì ma martedì scorso ha concorso a far mancare il numero legale. Da qui al 4 ci saranno nuovi incontri, continueranno le pressioni esterne dalle associazioni che aspettano la legge da una parte e dalla Chiesa e associazioni pro-famiglia dall’altra. Come andrà a finire? Basterà aspettare poche ore ancora.

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