Il sindacoi (foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

Bufera sul sindaco Fabrizio Cardarelli. C’è la revoca delle deleghe all’assessore premio Oscar, Gianni Quaranta, ma anche la nomina di Camilla Laureti, quarantunenne in organico alla segreteria dell’assessore al lavoro della Regione Lazio, oltreché nipote dell’ex primo cittadino Sandro Laureti (Ds), al centro delle bordate che in queste ore stanno investendo l’amministrazione comunale, alle prese peraltro con una maggioranza risicatissima (13 a 12, con il sindaco e Sandro Cretoni passato al Misto).

M5s annuncia mozione di sfiducia E anche per questo il M5s mercoledì ha annunciato una mozione di sfiducia non mancando di bersagliare i consiglieri di maggioranza. Nessuno si esprime ufficialmente, ma di mal di pancia ne filtrano parecchi e considerando gli equilibri consiglio è sufficiente un’assenza per far mancare i numeri alla giunta Cardarelli. Tant’è che i Cinque stelle ci provano: «Stiamo preparando una mozione di sfiducia e chiederemo di firmarla a due quinti del consiglio comunale – scrive Elisa Bassetti – vedremo in quella sede, e non in altre, chi è all’opposizione e chi fa finta». Nel mirino c’è anche il Pd: «La Laureti lavora attualmente alla Regione Lazio che ci risulta essere governata dal Pd ed è nipote dell’ex sindaco Laureti, già nominato tra i saggi dell’ospedale, per questo alcune domande nascono spontanee. Come mai il sindaco eletto da una lista civica spostata a destra che ha basato tutta la campagna elettorale e questi due anni di mandato sulla critica all’operato del Pd e delle precedenti amministrazioni dà l’assessorato a chi dal Pd è stato nominato in altra Regione?».

Imbarazzi Pd per l’assessore Laureti La domanda, va detto, non se la fanno soltanto i Cinque stelle e anzi qualche imbarazzo per la nomina di Laureti filtra anche dal quartier generale di viale Trento e Trieste, tuttora commissariato, specie per l’opposizione dura che il gruppo consiliare Pd assicura ancora una volta di sfoderare, lo stesso che ha recentemente definito il nuovo assessore alla cultura e al turismo «una perfetta sconosciuta». I grillini un’ipotesi la mettono sul tavolo: «Dopo anni di prove tecniche, il partito unico è uscito allo scoperto». L’impressione, tuttavia, è che la partita di Laureti si sia giocata lontano dalle sale di viale Trento e Trieste, volando alta sopra le teste dei consiglieri comunali Pd, a cui resta l’imbarazzo di gestire l’intricatissima fase senza peraltro poter contare sul partito pesantemente allo sbando. Chi abbia pilotato l’operazione Laureti è molto poco chiaro, tuttavia al momento appare improbabile che Cardarelli possa trovare una stampella tra i banchi dei democratici, fermo restando che col clima avvelenato che si respira in città anche un’assenza rischia di essere sospetta tanto più che decisiva.

Loretoni: «Non penso alle dimissioni» Intanto a replicare al pungolo arrivato proprio dal gruppo consiliare del Pd è l’assessore ai lavori pubblici, Angelo Loretoni, sostanzialmente sollecitato a fare un passo indietro: «Gli ‘amichevoli’ inviti a dimettermi non tengono in considerazione alcuni punti fermi del mio impegno amministrativo, a cominciare dal rispetto del voto degli elettori che mi hanno espresso la loro fiducia e alla volontà di rendermi utile col massimo impegno e nella più totale assenza di interesse personale. In nessuna occasione mi sono mai fermato a considerare se il mio lavoro, svolto nel segno della ricerca dell’efficienza, avesse un qualche ritorno politico, per me stesso o per altri».

@chilodice

 

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