La sede di Sviluppumbria

di D.B.

«Io sono schietto: Sviluppumbria era un luogo in cui si mandava a lavorare l’amico degli amici; l’importante era avere una certa collocazione politica che tutti noi sappiamo qual è». Non sono passate inosservate nei giorni scorsi scorsi le parole di Carlo Salvati, presidente di Confapi Terni, pronunciate lunedì durante un convegno che si è tenuto a Palazzo Donini per festeggiare i primi 50 anni di Sviluppumbria. Le uscite di Salvati, ripetute in due occasioni (la registrazione del convegno è a disposizione sulle pagine Facebook di Regione e Sviluppumbria) sono andate di traverso ai lavoratori e ai sindacati che, tra mercoledì e giovedì, hanno preso carta e penna per chiedere spiegazioni.

SVILUPPUMBRIA-GEPAFIN, LA FUSIONE TRAMONTA

Parole tendenziose Le Rsa aziendali sottolineano che «il giornalista moderatore e i rappresentanti di Sviluppumbria presenti – scrivono in una nota – non hanno pubblicamente preso distanza né chiesto a Salvati di assumersi tutta la responsabilità della suddetta dichiarazione». Parole per le Rsa «tendenziose, profondamente offensive e lesive della immagine e serietà professionale, ampiamente dimostrata nel corso di tutti questi anni». Le Rsa chiedono pubbliche scuse e si riservano anche la possibilità di querelare Salvati.

Le segreterie Stessi concetti sui quali giovedì hanno battuto anche le segreterie regionali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil e Unisin, che parlano di «improvvide dichiarazioni», «illazioni» e della necessità di pubbliche scuse: «Ci auguriamo che quanto detto – dicono – che rappresenta evidentemente una opinione personale del presidente di Confapi, non sia certo l’espressione dell’organizzazione che questi dovrebbe rappresentare».

Il personale Applausi invece ci sono per «i riconoscimenti riguardo all’opera svolta da tutto il personale di Sviluppumbria, riconosciuta dagli altri convenuti, in prima persona dall’amministratrice unica di Sviluppumbria Michela Sciurpa, alla quale rivolgiamo rinnovato invito alla ripresa per lo sviluppo delle trattative per la contrattazione di secondo livello, quale tangibile segno di riconoscimento dell’opera del personale».

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