di Daniele Bovi

Se non è il definitivo tramonto di sicuro gli somiglia molto. Lunedì a Palazzo Donini sono stati celebrati nel corso di un convegno i primi 50 anni di Sviluppumbria, la società in house della Regione che si occupa essenzialmente di sviluppo e creazione d’impresa, promozione turistica, innovazione e internazionalizzazione delle pmi umbre. Secondo una delibera approvata a fine dicembre dalla giunta, entro gennaio si sarebbe dovuti arrivare a un punto di svolta a proposito della possibile fusione per incorporazione tra Sviluppumbria e Gepafin; una delle azioni chiave – della quale si parla da lungo tempo – per quanto riguarda il mondo delle partecipate regionali.

Realtà diverse Chiudendo la giornata la presidente Donatella Tesei a proposito del tema dell’accesso al credito, sollevato nel corso della mattinata dal mondo delle imprese, ha sottolineato che questo è un ambito sul quale lavora anche Gepafin. «Non a caso – ha detto Tesei – c’è una diversità di ambiti e di competenza che dovremo ancora di più evidenziare nel prossimo futuro: ruoli specifici per Sviluppumbria e ruoli ancora più specifici per Gepafin». Insomma, non sembra il percorso verso la fusione. «Si rappresenta che è in corso – scriveva la giunta a fine 2022 – lo studio di fattibilità della fusione per incorporazione di Sviluppumbria Spa in Gepafin Spa, in occasione della cui conclusione, prevista non oltre il mese di gennaio 2023, si potrà definire la possibilità di concreta realizzazione dell’azione di razionalizzazione individuata con il presente atto».

La fusione Quel che è certo è che nella migliore delle ipotesi la fusione è congelata, se non definitivamente tramontata complici anche i tempi lunghi necessari a verificare le ipotesi e la nuova fase di programmazione dei Fondi UE, nella quale le due realtà dovranno giocare un ruolo. L’altro dato certo è che la fusione sarebbe complicatissima dato che si tratta di due realtà estremamente diverse: Sviluppumbria è una società in house partecipata al 92 per cento dalla Regione (il resto è nelle mani di una manciata di enti locali); di fatto un “pezzo” di Pubblica amministrazione.

Gli ostacoli Gepafin invece, che si occupa fondamentalmente di prestiti diretti, rilascio di garanzie e interventi nel capitale di rischio, è una finanziaria vigilata da Bankitalia partecipata per il 56 per cento dalla Regione e per il rimanente 44 per cento da dieci banche, come Unicredit, Intesa, Bnl, Mps e altre. Come fondere due realtà giuridicamente così differenti? Come si fa a ricondurre un “pezzo” di Pubblica amministrazione come Sviluppumbria dentro una vigilata da Bankitalia o viceversa? Ipotesi più radicali, comunque molto complesse, riguardano lo scioglimento di una delle due, con conseguente passaggio di funzioni. Fatto sta che per ora è tutto finito in un cassetto.

La celebrazione Per ora si celebrano i 50 anni di Sviluppumbria e in particolare gli ultimi tre: «Festeggiamo un anniversario importante – ha detto Tesei – per quanto fatto in passato ma guardiamo al futuro con rinnovato spirito, visto ora che l’agenzia è più forte dopo che da tre anni è stato avviato un progetto di ristrutturazione, razionalizzazione e di identificazione che sta portando risultati». Di una Sviluppumbria ora con “un bilancio stabile, un saldo positivo di 700 mila euro e con un piano industriale che ha raddoppiato i ricavi rispetto al 2018” e con “una governance semplice composta solo da un amministratore unico oltre che con il 10% di dipendenti in meno” ha parlato la presidente Tesei. La partecipata della Regione, ha aggiunto illustrando quanto “è stato necessario fare”, era contraddistinta “da una anomalia nella governance che abbiamo sanato togliendo la figura del direttore generale per non disperdere risorse”. “Per liberarle per le imprese, inoltre, sono stati venduti gli immobili di proprietà di Sviluppumbria con nessuna funzione strategica” ha aggiunto.

Il convegno Una storia «importante» quella dell’agenzia per la presidente Tesei perché «in cinquant’anni ha saputo accompagnare lo sviluppo economico regionale ma che ora è in grado di rispondere in modo rapido ed efficiente alle mutate esigenze del nostro tessuto economico, con una notevole capacità di interpretare i cambiamenti nel contesto produttivo regionale». All’iniziativa hanno partecipato anche il prefetto Armando Gradone, il presidente del consiglio regionale Marco Squarta, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, il professor Gianfranco Cavazzoni e l’amministratrice unica della società Michela Sciurpa che ha detto di «vivere con grande responsabilità questo compito». «Lavorare al suo riposizionamento – ha affermato – ha comportato un impegno ampio ed articolato, che ho assunto con la consapevolezza dell’importanza del nuovo ruolo centrale e strategico che la Regione ha voluto attribuire all’Agenzia, come punto di riferimento per le imprese e per il territorio e facilitatore di processi complessi, nel percorso avviato per il rilancio socioeconomico regionale».

Le imprese Le testimonianze del tessuto produttivo ed imprenditoriale regionale, raccolte dal direttore di Umbria Tv Giacomo Marinelli Andreoli nel secondo panel, hanno visto come protagonisti i rappresentanti di Confindustria, Simone Cascioli, di Federalberghi, Simone Fittuccia, di Cna, Roberto Giannangeli, di Confimi, Nicola Angelini e di Confapi, Carlo Salvati. Tutti hanno chiesto di «non mollare il percorso avviato» e di «perseverare in una direzione che sta dando buoni risultati».