Rosi, Buconi e i rappresentanti dell'Adoc

Il capogruppo regionale del Psi, Massimo Buconi interviene sulla vicenda riguardante la normativa elettorale che dovrà disegnare il nuovo volto dell’Assemblea legislativa nella prossima legislatura, ora in discussione nella Commissione per le riforme statutarie

di Massimo Buconi*

La nuova legge elettorale regionale dovrà consentire l’ingresso a Palazzo Cesaroni alle forze politiche coalizzate che raggiungano almeno un esito elettorale intorno al 3 per cento.

La mia forza politica è pregiudizialmente contraria ad un testo che tenda a determinare, con i suoi meccanismi elettorali, al massimo la presenza di due o tre forze politiche: Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Mi spiego meglio: l’ipotesi più credibile nella ripartizione dei seggi tra maggioranza e opposizione sarà di 12 (escluso il presidente) a 8 a favore della prima. Ebbene, pensando al centrosinistra, il Pd con un 40 per cento dei voti, potrebbe eleggere tutti i 12 consiglieri. Ecco, questa ipotesi è per noi irricevibile. Stesso discorso vale ovviamente per l’opposizione che non sarebbe giusto fosse rappresentata solo da una forza politica. E alla luce di tutto ciò è necessario ‘adesso’ definire un’intesa politica sui criteri di composizione del nuovo Consiglio regionale, garantendo adeguata rappresentanza politica e territoriale. Il Psi umbro non ha ancora assunto decisioni formali, ma posso ipotizzare che ci presenteremo con una nostra lista in appoggio al candidato di centrosinistra, per contribuire a rappresentare la ricchezza e la varietà della maggioranza e, ovviamente, per raccogliere maggiori consensi.

Invito quindi le altre forze politiche ad uscire da una discussione finora infruttuosa e inefficace, che ha portato a discutere prima dei tecnicismi elettorali senza che ci sia stato un confronto preliminare in grado di fissare obiettivi e finalità comuni e condivise su cui trovare un’ampia unità. La legge elettorale assume una importanza strategica per la prossima legislatura e comporterà sostanziali modifiche dal punto di vista sia elettorale che politico: la riduzione a 21 comporterà la necessità che gli eletti siano reale espressione di tutta la regione e come tali svolgano il proprio ruolo. E in conseguenza di ciò il meccanismo elettorale dovrà prevedere un collegio unico. Questo comporterà la necessità di un forte recupero della qualità della politica: passare cioè da quel ruolo di ‘consigliere comunale di fatto’ a quello di membro di un’Assemblea legislativa regionale e, come tale, rappresentante dell’intera Umbria.

Il nostro gruppo consiliare condivide ovviamente il patto federativo che il Psi a livello nazionale ha stretto con il Pd dopo l’ingresso di quest’ultimo nel Pse. In conseguenza di ciò, anche in Umbria, conduciamo quindi un confronto serio e serrato con questo partito sui temi strategici, ivi compresi quindi quelli riguardanti la nuova legge elettorale. E’ anche vero però che, in linea con la cultura socialista, anche sui temi elettorali ci garantiremo sempre quell’autonomia nel confronto con tutte le forze politiche che ci consenta di elaborare un testo che garantisca e valorizzi le diverse articolazioni delle forze politiche e della società regionale.

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