di Vasco Cajarelli e Mauro Bucarini*
Apprendiamo con sconcerto che il Liquidatore del Gruppo Editoriale Umbria 1819 (società editrice del Giornale dell’Umbria) Luigi Camilloni, già Direttore Responsabile della testata, ha replicato con una nota al comunicato con cui la Regione Umbria aveva stigmatizzato la decisione dell’azienda di rifiutare il ritiro dei licenziamenti – intimati individualmente e quindi in modo illegittimo – e di negare la possibilità di utilizzare la cassa integrazione straordinaria che compete ai lavoratori poligrafici e giornalisti, così come richiesto dalle Organizzazioni Sindacali.
La nota, che esclude l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (perché “non previsti dalla normativa”, secondo il disinformato Liquidatore…), fa il paio con l’atteggiamento irresponsabile tenuto dall’azienda Geu 1819 durante l’incontro in Regione del 12 febbraio scorso, quando si è palesato in modo inequivocabile che l’unico fine della proprietà era di ottenere una piena assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori, ai quali imputa di essersi opposti al piano industriale – mai ufficialmente presentato – e di avere causato il blocco delle attività editoriali ed il fallimento dell’azienda, ovvero le stesse accuse riportate nel verbale dell’assemblea dei soci che ha deciso la messa in liquidazione della società.
La realtà è, purtroppo, ben diversa e bene ha fatto la Regione Umbria a rilevarne la peculiarità: un’azienda rilevata a prezzo d’occasione, viene di fatto chiusa solamente quattro mesi dopo, al termine di un periodo gestionale caratterizzato da improvvisazione e scelte discutibili (come quella di rimodulare il profilo della testata da quotidiano locale a giornale focalizzato sul livello nazionale, decisione che ha pesantemente contribuito a depauperarne ulteriormente il valore) e con modalità tali da suscitare più di qualche perplessità anche sul modus operandi con cui si è realizzato il passaggio di proprietà, tenuto anche conto che in prima battuta la testata era stata offerta ai dipendenti per un corrispettivo di 800.000,00 euro ed è stata poi ceduta alla attuale proprietà per soli 50.000 euro.
Dopo l’incontro in Regione, finito in un nulla di fatto a causa delle inaccettabili condizioni poste dalla Geu 1819, le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto la convocazione d’urgenza dell’azienda da parte della Fieg, la Federazione degli Editori, affinché si possa chiarire alla proprietà che esiste un limite anche all’indecenza e che esistono delle procedure di legge e delle normative specifiche per il settore dell’editoria che non possono essere eluse a piacimento.
In ogni caso, è ferma intenzione delle scriventi dare corso a tutte le azioni – sindacali e legali – possibili ed utili a conseguire l’obiettivo della più ampia tutela degli interessi dei lavoratori coinvolti nella vertenza.
*Cgil Regionale Umbria e Slc-Cgil Regionale Umbria