Serve un incontro tra Rsu Fiom di Ast e i vertici aziendali. «Siamo pronti a chiedere un calendario all’azienda per fornire le risposte che i lavoratori si aspettano su diversi punti». Questo in sintesi il messaggio che esce dalla presa di posizione delle Rsu Fiom Cgil di Ast, che in un comunicato tornano a fare il punto della situazione dopo che nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Tk Ast Lucia Morselli ha stilato una sorta di bilancio degli ultimi due anni nel suo intervento durante la messa al Tubificio.

Il bilancio Il primo punto che affrontano i sindacati è quello relativo ai 120 milioni che l’azienda ha dichiarato come bilancio. «Il bilancio ‘14-‘15 presentato dall’azienda alle organizzazioni sindacali il 10 dicembre 2015 – scrivono i sindacati –  è una delle poche cose certe dichiarate. Secondo noi i 120 milioni di euro recuperati in buona parte provengono dai sacrifici dei lavoratori, da una politica di approvvigionamenti che sta mettendo a rischio il futuro dello stabilimento, con alcuni impianti che versano in condizioni precarie, dall’attuazione di una politica sugli appalti che ha visto penalizzare i lavoratori delle ditte terze e indebolire il sistema delle manutenzioni, dalla incorporazione delle Business Unit e dalla  ricapitalizzazione avvenuta ad inizio anno».

I volumi previsti I sindacati poi guardano avanti anche sul fronte dei volumi. «Per il 2016 è previsto 1.026 mil/t di acciaio fuso, e visto che tale produzione non permette di saturare in pieno gli impianti interessati nonostante la turnistica già ridotta a marzo 2015, vorremmo capire come si può affermare che la ristrutturazione in Ast è terminata (lo ha sostenuto la Morselli, ndr). Vogliamo capire cosa comporteranno a livello produttivo e qualitativo le modifiche impiantistiche che verranno effettuate al Forno 5 durante la fermata di dicembre. Non è ancora chiaro come saranno incrementate le produzioni del titanio e dei fucinati, due dei punti cardine dell’accordo del Mise. Ed è tutta da verificare quanto sia efficace la politica commerciale aziendale per acquisire nuovi clienti».

Capitolo investimenti e Torino Da capire, secondo la Fiom, anche quali saranno gli sviluppi che arriveranno dalla linea 5 di Torino. «L’Interconnector, il trasferimento della linea 5 da Torino e la migliorie previste per un totale di 96 milioni di euro, sono gli unici investimenti sicuri già messi a bilancio. Investimenti importanti ma frutto dell’accordo al Mise conquistati grazie alla lotta di tutti i lavoratori. La messa in marcia della linea 5 in ritardo rispetto all’accordo di Roma dovrà poi prevedere un vantaggio a livello produttivo e quindi un incremento rispetto alla produzione a freddo ancora tutto da verificare».

Il calendario «Come Rsu – conclude la nota – riteniamo non più rinviabile un incontro con l’azienda per verificare tutti questi punti. I lavoratori di Ast, dopo anni di sacrifici per carenza di personale, organizzazione del lavoro penalizzante, mancanza del riconoscimento delle professionalità, meritano risposte. Ci impegniamo a chiedere un calendario di incontri all’azienda e a condividere con i lavoratori i risultati degli incontri senza escludere forme di mobilitazione a supporto».