di Chia.Fa.
Spunta l’ipotesi del concordato preventivo. L’indiscrezione confermata dai sindacati è solo l’ultimo dei preoccupanti scenari intorno al futuro degli asset del Gruppo Novelli ceduti con un’operazione forzata il 22 dicembre scorso alla Alimentitaliani della famiglia Greco.
Chiesto incontro urgente a Marini e Paparelli Dettagli sulla proposta di portare i bilanci in tribunale non se ne conoscono, per cui non è chiaro se di fronte ai giudici finirebbero i debiti maturati in amministrazione straordinaria, quindi durante la gestione del Consiglio di amministrazione tecnico guidato dal presidente Alessandro Musaio, o se la procedura coinvolgerebbe anche i debiti maturati dalla famiglia Novelli. Domande che per il momento restano senza risposta e sarà forse anche per questo che in una nota le segreterie regionale di Flai-Cgil, Flai-Cisl e Uila-Uil in una nota parlano di «mera speculazione finanziaria finalizzata a “ricapitalizzare” l’ex gruppo Novelli» per poi chiedere un incontro urgentissimo alla presidente Catiuscia Marini e al vice con delega allo Sviluppo economico al fine di illustrare « la difficile situazione in cui il progetto di acquisizione si sta venendo a trovare».
Taglio per 5,7 milioni All’indomani dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, i rappresentanti dei lavoratori esprimono particolare preoccupazione soprattutto in relazione ai paventati tagli ai costi del lavoro che la nuova proprietà dei Greco ha quantificato in 5,7 milioni su una voce complessiva che sfiora i 15 milioni, quindi tagli per circa il 40 per cento. In questo senso, nonostante sembra allontanarsi lo spettro dell’esternalizzazione dei dipendenti amministrativi, i rappresentanti dei lavoratori «esprimono forti preoccupazioni dopo l’ultimo incontro di Roma dove Alimentitaliani – scrivono – ha inoltrato una serie di proposte relative al pesante abbattimento dei costi del personale tutto a discapito dei salari dei lavoratori . Tali tagli dovrebbero riguardare sia l’azzeramento di tutti gli Istituti Contrattuali, sia la rinuncia di diritti e tutele, azzerando, inoltre, le professionalità e le competenze di tutti dipendenti, percorso da completare entro il 6 marzo 2017».
Sindacati regionali alza il tiro A differenza della posizione più cauta espressa sempre ufficialmente dalle segreterie nazionali delle tre sigle, i colleghi degli organismi sindacali umbri manifestano un giudizio negativo netto: «Riteniamo tali proposte non percorribili e inaccettabili perché – evidenziano – spostano il peso della ristrutturazione interamente sulle spalle dei dipendenti senza aver esplicitato nei termini concreti un vero piano industriale che spieghi al tavolo strategie e obiettivi». Poi le segreterie regionali di Flai-Cgil, Flai-Cisl e Uila-Uil bollano come del tutto «incoerente le linee presentate il 21 febbraio dalla Alimentitaliani rispetto ai propositi illustrati alle parti in sede ministeriale prima dell’acquisizione, quando ci è stato detto il Gruppo sarebbe stato tenuto insieme e la continuità occupazionale sarebbe stata garantita. Proprio su questi impegni è stata incardinata la decisione in favore della famiglia Greco che ora non può cambiare le carte in tavolo». Quindi la richiesta di un vero e proprio piano industriale che approfondisca le linee guida di 15 pagine presentate dai Greco a Roma: «Riteniamo che un documento serio e concreto debba essere messo nero su bianco e la sua sostenibilità non vada misurata sui continui e ripetuti sacrifici dei lavoratori».
@chilodice