I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Bravi, Sbarra e Bendini

di Daniele Bovi

«L’Umbria si ferma per ripartire». Cgil, Cisl e Uil hanno usato questo slogan lunedì per presentare lo sciopero generale di otto ore indetto per il 15 novembre. Una «giornata di mobilitazione» per lanciare una serie di messaggi in tre direzioni: al governo, la cui Legge di stabilità viene bocciata; alla Regione, per ribadire la richiesta di un tavolo permanente sulle crisi industriali e, infine, alle associazioni datoriali (Confindustria in primis), per «riaprire un confronto vero allo scopo di ridare ruolo alla contrattazione aziendale e territoriale». «Non è possibile – ha detto il segretario regionale della Cisl Ulderico Sbarra – continuare a gestire in maniera impropria le crisi, affrontandole una ad una per via istituzionale e non con la controparte aziendale».

Il lavoro Al centro dell’azione sindacale c’è «la questione occupazione: occorre – aggiunge Sbarra – una grande battaglia a difesa del lavoro in Umbria». Una battaglia da combattere su più fronti. A palazzo Donini, oltre alla già citata ‘cabina di regia’ sulle crisi, si chiede «un ruolo più forte e incisivo, un uso più razionale – spiega il segretario della Cgil Mario Bravi – delle risorse di Gepafin e Sviluppumbria e una ridefinizione del tavolo dell’Alleanza per l’Umbria». Un ruolo diverso è chiesto anche alle imprese che «non possono – aggiunge sempre Bravi – limitarsi a quello ‘notarile’. Occorre dire con forza stop ai licenziamenti, usare i contratti di solidarietà e ribadire che il welfare non è un lusso che va abbandonato».

I Fondi Lo sguardo è rivolto anche alla nuova fase di programmazione europea 2014-2020, affinché le risorse vengano usate non a pioggia bensì in modo selettivo, su progetti «in grado di generare maggiore occupazione» e «ridando priorità alle aziende manifatturiere che definiscono progetti per l’occupazione femminile e giovanile». La piattaforma della Triade si occupa poi di tasse locali, che dovrebbero essere improntate su criteri di «equità e progressività, riducendo il peso per i redditi medio-bassi». Altro fronte caldo, quello della non autosufficienza: «In Umbria – spiega il segretario della Uil Claudio Bendini – ci sono 27 mila non autosufficienti, occorre rifinanziare il Fondo per il 2014».

Bocciata la Legge di stabilità Cgil, Cisl e Uil chiedono poi una sorta di pressing verso il governo nazionale per ottenere risorse e interventi per due aree della regione che stanno soffrendo, ovvero la fascia appenninica, per la quale «si richiede la necessità di rendere agibile l’accordo di programma per l’area ex Merloni», e quella di tutto il sistema produttivo ternano per il «riconoscimento dell’area di crisi complessa». Sul banco degli imputati poi, come accennato, finisce la Legge di stabilità «nella quale – osserva Sbarra con un gioco di parole – c’è molta stabilità e poco sviluppo». Il tema centrale è quello del cuneo fiscale: «Su questo – dice Bendini – il governo ha fallito». Troppo esigua viene considerata dalla Triade l’azione messa in campo da palazzo Chigi: «Quello che serve – dicono all’unisono – è una effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese per ridare ai primi potere d’acquisto e alle seconde capacità di creare investimenti e occupazione».

Twitter @DanieleBovi

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