di Marta Rosati
La ristrutturazione è finita, l’attuale fase che sta vivendo l’acciaieria ternana è di riorganizzazione, nelle intenzioni dell’azienda la produzione resta fissa al milione di tonnellate: l’amministratore delegato Burelli al tavolo del Mise allontana gli spettri e bacchetta le istituzioni per investimenti che non decollano a dispetto degli impegni assunti nel 2014. Al summit per la verifica dell’accordo Ast in via Molise a Roma manca inaspettatamente la rappresentanza tedesca ma dalla casa madre, nelle mani dell’ad c’è una lettera con cui Thyssen conferma gli impegni su Terni. A rappresentare il governo, il viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, che aveva preso parte anche all’incontro di marzo, e il responsabile dell’unità gestione vertenze Giampiero Castano.
Thyssenkrupp Sorprende sindacati e istituzioni che alla seconda riunione per fare il punto sullo stato d’attuazione degli impegni sottoscritti nel dicembre 2014, manchino proprio rappresentanti tedeschi visto che nel precedente summit era stato proprio Peter Sauer a fare le dichiarazioni più eclatanti, ma la missiva dalla Germania rasserena le parti. Presenti al ministero, come già annunciato nei giorni scorsi, le segreterie nazionali e territoriali di Fim, Fiom, Fismic, Ugl e Uilm, i coordinatori delle Rsu di Ast e Federmanager. Tutti con gli occhi puntati sull’amministratore delegato Burelli; a rappresentare lo stabilimento di viale Brin ci sono anche il capo del personale Francesco Auregli, il direttore di stabilimento e di produzione Ast Massimo Calderini e il responsabile delle relazioni esterne Tullio Camiglieri, non manca il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e per Palazzo Donini c’è il vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli.
Verifica accordo Ast al Mise All’avvio di seduta, l’ad di Ast Burelli ha illustrato un focus sugli andamenti di mercato e ha confermato per lo stabilimento di Terni gli investimenti per il trasferimento della linea 6 con relativo skinpass, la messa in opera dell’impianto che ha capacità produttiva da 125 mila tonnellate, dovrebbe scattare a maggio 2017 e permetterà di incrementare la già aumentata produzione di nastri laminati. L’obiettivo Ast al dicembre 2016 è quello di chiudere la produzione vicinissimo al milione di tonnellate, mantenendo ancora la capacità produttiva sui forgiati e incrementando la produzione di tubi con investimenti a supporto. Come già anticipato nelle settimane passate alla stampa, l’amministratore delegato ha confermato anche il progetto scorie per rendere la discarica un parco, la short list dei competitor internazionali si è ridotta a tre, nessuna italiana. Pare che la produzione di scorie sia pari a 300.000 tonnellate l’anno e Ast punta al recupero e alla ricommercializzazione: entro l’anno avverrà la definitiva assegnazione dell’appalto.
Vanno avanti interlocuzioni con Tata steel Tutto secondo la tabella di marcia, almeno per quanto riguarda l’azienda; quella Ast che dice di aver ridotto l’indebitamento e che ha fatto delle assunzioni di recente avviandosi al pareggio di bilancio dopo anni di negativo. Anche dalla casa madre arrivano rassicurazioni tramite missiva: confermati impegni su Terni e rispetto a Tata steel, Thyssen non nega interlocuzioni diffuse tra grandi gruppi ma il tema interessa gli acciai al carbonio e non l’inox. Nei tempi e nei modi insomma il colosso siderurgico pare eccellere nei confronti della Conca mentre Burelli, assai diplomatico con la stampa parlando della politica locale, al Mise non ha risparmiato bacchettate e bocciature.
Governo ed enti locali Male, per l’ad, l’andamento degli investimenti su infrastrutture e ambiente, si salva in parte il governo per Iterconnector ma pare non sia funzionato il sistema dei certificati bianchi per il risparmio energetico anche se il viceministro dichiara sia stato fatto il massimo per penalizzare meno possibile le aziende. Nel frattempo le istituzioni garantiscono che i soldi per gli investimenti ci sono, già stanziati ma nessuno li avrebbe chiesti; e non è la prima volta che la questione viene posta in questi termini. Nell’interesse dei lavoratori, le organizzazioni sindacali guardano al futuro: impegni e prospettive per Aspasiel e Titania, capitolo ristrutturazione, volumi, strategie commerciali future, amianto e ambiente sono le questioni poste dalle sigle dei metalmeccanici che, attraverso le segreterie territoriali, con sfumature leggermente differenti tra loro, alla vigilia avevano anticipato.
Ast Alle richieste delle organizzazioni sindacali di categoria, Burelli per conto dell’azienda ha detto che Aspasiel è inglobata nel gruppo Acciai speciali Terni senza entrare troppo nel merito, la Regione piuttosto pare non sia intenzionata a rinnovarle il contratto d’appalto. Rispetto a Titania è stato invece palesato si tratta di una situazione complessa in quanto Vdm, principale partner con commessa da 600 tonnellate su 700, ha chiuso. Secondo quanto emerge dal tavolo ministeriale Ast avrebbe aperto un dialogo con una società ternana che produce titanio per capire se ci sono margini di collaborazione, mentre valuta altre situazioni ma il mercato sarebbe tutt’altro che facile. La partita su questo fronte, insomma, resta ancora aperta e Ast dunque prende tempo. Per Sdf, allo stesso modo, la volontà di prendere altri impegni non manca ma è necessario trovare sbocchi di mercato alternativi. Sulle questioni ambientali, posto che «il sito di viale Brin è un’acciaieria e non un vivaio», a detta di Burelli Ast è in regola con tutte le norme di legge ma continuerà ad investire.
Amianto Sul tema amianto e rispetto al possibile inserimento di Terni nell’ambito delle localizzazioni da ricomprendere tra quelle con riconoscimento benefici ai lavoratori per requisiti pensionistici, la Bellanova smentisce Paolo Pennesi, a capo dell’ispettorato nazionale al ministero del Lavoro: «All’epoca della vertenza – avrebbe detto i viceministro allo Sviluppo economico – non vi erano le condizioni perché la storia era chiusa da tempo, se potevamo lo avevamo fatto». Secondo indiscrezioni sarebbe stata durissima con Pennesi: «Chi ha troppo tempo da perdere – avrebbe dichiarato – produce queste situazioni che danno speranze false alle persone». Le organizzazioni sindacali hanno ribadito di non abbassare la guardia sul dumping e auspicano qualifica delle produzioni per far affermare il sito di Terni come leader mondiale. Entro fine anno, dovrebbe tenersi sempre in sede ministeriale un nuovo incontro tra le parti. «Il management – fanno sapere i sindacati – a fronte delle sollecitazioni si è impegnato ad attivare un tavolo specifico locale rispetto alla qualità di nuove e diverse relazioni industriali che meritano, a differenza di oggi, un confronto diverso per affrontare al meglio le questioni organizzative al fine di raggiungere gli obiettivi delle sfide future».
Uilm nazionale «Consideriamo positivo l’annuncio di Thyssenkrupp rispetto alla conferma dell’impegno a favore dello sviluppo del sito di Terni». Questo il commento di Guglielmo Gambardella, coordinatore del settore siderurgico della Uilm nazionale al termine dell’incontro al Mise. Il mantenimento della produzione di un milione di acciaio liquido su base annua e l’annunciato raggiungimento del pareggio di bilancio per l’esercizio 2015-2016 – aggiunge – sono risultati ottenuti, soprattutto, grazie all’impegno dei lavoratori che hanno subito una importante riorganizzazione. Occorre per il futuro, attraverso l’attuazione di un nuovo e diverso modello di relazioni industriali, realizzare il pieno coinvolgimento dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali».
Fim Cisl «Quanto emerso è assolutamente importante – dicono Nicola Alberta, segretario nazionale della Fim-Cisl, e Riccardo Marcelli, leader della Fim-Cisl di Terni – la strategia di rilancio di Ast che abbiamo fortemente voluto con l’accordo del 3 dicembre 2014, battendo le ipotesi di uscita della Thyssen Krupp dal nostro Paese, sta dando risultati positivi. Agli obbiettivi dei volumi produttivi devono sempre più affiancarsi quelli della qualità dei prodotti e, soprattutto, quello del salto di qualità nel coinvolgimento dei lavoratori e nelle relazioni sindacali. Solo valorizzando appieno l’apporto personale e le competenze professionali dei lavoratori, Ast potrà proiettarsi anche nel futuro come realtà industriale di eccellenza per l’Umbria e l’intero Paese».
Twitter @martarosati28
Le vertenze come si chiudono si riaprono se ci sono i presupposti. Ci si ammala ancora da tumuri da amianto. Quindi se è presente o lo è stato fino a pochi giorni fa perché non ci sono i presupposti.