Lucio Caporizzi

di En.Be.

Il dirigente regionale Lucio Caporizzi, indagato dalla procura di Perugia per una presunta truffa ai danni dello Stato nell’ambito delle erogazioni pubbliche del ministero dei Trasporti a Busitalia-Umbria Mobilità, rivendica «l’assoluta correttezza del suo operato». Attraverso una nota il suo legale, l’avvocato Luca Gentili, spiega che il presidente di Umbria Mobilità Spa «si è trovato ad affrontare e gestire una situazione di gravissima crisi di liquidità di Umbria Mobilità Spa ereditata dalle precedenti gestioni».

Um e l’Osservatorio Prosegue il comunicato: «Grazie anche al senso di responsabilità dei soci e dei lavoratori dell’azienda in questi anni gli stessi sono riusciti ad assicurare la prosecuzione del servizio pubblico ai cittadini umbri, come pure la garanzia del posto di lavoro e del salario ai dipendenti. In base agli scarni elementi disponibili le indagini in corso riguarderebbero, sostanzialmente, i rapporti con l’Osservatorio nazionale della mobilità operante presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, struttura adibita, tra l’altro, ad acquisire le certificazioni sui dati relativi al trasporto pubblico locale inviati direttamente dai gestori dei servizi di trasporto». Caporizzi sottolinea che «le risultanze delle verifiche condotte dall’Osservatorio hanno effetto sui rapporti finanziari (specificatamente relativi al Fondo nazionale trasporti) tra Stato e Regione e non riguardano le Aziende di trasporto pubblico locale. I corrispettivi ricevuti da queste ultime sono infatti definiti e regolati dai contratti tra gli Enti affidanti e le aziende stesse, in basi ai quali queste gestiscono i servizi di trasporto».

LE ACCUSE DELLA PROCURA

Le indagini Nell’inchiesta della procura umbra risulta indagato anche l’ex amministratore delegato di Busitalia Renato Mazzoncini, ora ad delle Ferrovie. Per Mazzoncini si tratta di un atto dovuto. L’ipotesi al centro dell’indagine congiunta di polizia e guardia di finanza è che siano stati alterati i dati da inviare all’Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico che proprio in base a questi ha erogato i finanziamenti. In tarda serata a parlare è stato anche Mazzoncini, che sottolinea «l’assoluta correttezza e trasparenza dei dati trasmessi dalle aziende del Gruppo». L’ad inoltre precisa di «non aver mai ricoperto cariche operative o di rappresentanza in alcuna delle società operanti in Umbria; di non aver conseguentemente mai preso in alcun modo parte né direttamente né indirettamente a trasmissioni di dati all’Osservatorio nazionale; e di essere quindi totalmente estraneo ai fatti contestati».

Viola: «Sereni» Tra gli indagati figurano, oltre all’ex ad di Busitalia, Enrico Grigliatti, della direzione amministrazione, finanza e controllo delle Fs, il manager umbro Franco Viola ed una dipendente di Umbria Mobilità. Anche Franco Viola, ex amministratore delegato di Umbria Mobilità, si difende: «Siamo sereni – afferma – e rimaniamo a disposizione della magistratura per i necessari chiarimenti. Ribadiamo la correttezza del nostro operato, nel pieno rispetto delle regole».

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