di Massimo Colonna

Ripartono dai tamponi con le tracce di sangue le indagini dei carabinieri di Terni sul caso della scomparsa di Sandro Bellini. In queste ore le analisi scientifiche sui reperti campionati stanno continuando ad arrivare e a breve sarà a disposizione degli inquirenti un quadro più chiaro. Questa l’ultima indicazione che emerge sul caso dell’operaio di 53 anni che dal 18 maggio scorso non dà più sue notizie. Il tutto mentre proseguono anche le ricerche dei sub dei carabinieri che anche nella giornata di venerdì sono tornati al lavoro lungo il letto del fiume Velino.

Si riparte dal sangue Dunque i primi risultati delle indagini dei Ris di Roma sono a disposizione dei carabinieri. Mentre altri devono ancora arrivare o essere decodificati, dai primi sono emerse tracce di sangue isolate con dei tamponi dall’interno dell’auto di Bellini, ossia la Chevrolet Kalos ritrovata incendiata in un bosco nella zona tra Marmore e Greccio, non distante dal cantiere per la realizzazione della strada Terni-Rieti lungo il fiume Velino. Resta da capire a chi possa appartenere il sangue: se appartenga allo stesso Bellini o a qualcun altro. In entrambi i casi certo gli inquirenti avrebbero un elemento in più anche se a livello investigativo questo tipo di informazione potrebbe non portare a delle vere e proprie svolte visto che potrebbe essere ritenuto non sufficiente a livello probatorio. Fosse sangue di Bellini, non proverebbe comunque nulla visto che quella era la sua auto e dunque potrebbe averlo perso anche in altre circostanze; stesso discorso se fosse sangue di qualche suo amico o di altra persona che eventualmente sarebbe da indentificare.

Indagini Intanto su un altro filone proseguono le indagini che puntano a ricostruire la rete di contatti e di relazioni tenuti dallo stesso Bellini negli ultimi giorni prima della scomparsa. In particolare l’attenzione è puntata sulla pista sentimentale: Bellini, vedovo e senza figli, negli ultimi tempi avrebbe avuto rapporti più stretti con una donna e poi, dopo la fine di quella storia, con un’altra. Per gli inquirenti comunque la sua vita è da ritenersi ‘normale’: operaio in una ditta di termoidraulica, senza situazioni critiche che potrebbero portare a problemi o tensioni. Da queste rete di contatti gli inquirenti puntano a ricavarne qualche elemento in più.

Le ricerche Intanto anche nella giornata di venerdì i sommozzatori della squadra speciale dei carabinieri di Genova, già impegnati nel recupero della Costa Concordia, hanno portato avanti le ricerche per il terzo giorno consecutivo. Nel primo i quattro sub hanno scandagliato il fondo del lago di Ventina, in cui però la visibilità era ridotta a pochi centimetri. Nel secondo e nel terzo hanno invece iniziato a effettuare verifiche sul letto del fiume Velino, in particolare nella zona vicina, in linea d’aria, a dove è stata ritrovata l’automobile. Finora le ricerche non hanno portato a novità.

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