di Massimo Colonna

Cinque rinvii a giudizio per la banda ternana che secondo la procura ha organizzato un giro di prostituzione che aveva il suo principale centro di attività nella zona del cimitero. Alla sbarra andranno in cinque, compresi due stranieri, mentre altri due rispetto ai sette arresti effettuati nel 2011 hanno patteggiato la pena.

Si va al processo Dunque per il giudice Maurizio Santoloci si aprirà il processo per cinque persone coinvolte nell’indagine. Il pubblico ministero Elisabetta Massini infatti ha chiesto ed ottenuto il rinvio per associazione a delinquere per lo sfruttamento della prostituzione per un 45enne, sua moglie coetanea, due suoi nipoti (classe 1989 e 1984), tutti ternani, e una donna nata nel 1967 in Somalia.

L’organizzazione Secondo quanto ricostruito la banda avrebbe messo in piedi un sistema per sfruttare la prostituzione con diversi accorgimenti. Il punto centrale di tale attività era quella del cimitero di Terni, anche se le ramificazioni del gruppo arrivavano anche a Perugia e Viterbo.

Le indagini A supporto degli inquirenti ci sono anche intercettazioni telefoniche e diversi appostamenti di polizia giudiziaria che inchioderebbero la banda. Tra i cinque che dovranno affrontare il processo esistono tuttavia posizioni differenti: più pesante ovviamente il carico di ipotesi di reato a carico di quello che è considerato il capo della banda. Più leggere invece le risultanze in particolare sulla moglie e i nipoti, che verrebbero in particolare ‘incastrati’ in alcune intercettazioni telefoniche finite agli atti. A difendere la banda gli avvocati ternani Massimo Proietti e Carlo Viola. La prossima udienza è fissata al 28 giugno prossimo davanti al collegio dei giudici.

Twitter @tulhaidetto

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