Poliziotti in azione (Foto archivio Fabrizio Troccoli)

di Francesca Marruco

«Ho sentito degli spari, c’era mia figlia di quattro anni in giro per il campeggio, sono partito correndo in direzione degli spari e a circa 50 metri ho visto una ragazza ferita riversa per terra, intorno a lei c’erano tre o quattro persone. Lei respirava, anche se era in una pozza di sangue. Ho chiesto subito “chi è stato?”, qualcuno mi ha detto: “E’ scappato laggiù, in direzione dello chalet che si trova all’ingresso della spiaggia”. Mi sono subito mosso in quella direzione e insieme al guardiano del campeggio lo abbiamo bloccato lì, accucciato dietro la macchina. Ero in costume t-shirt, neanche la guardia aveva armi con se, ma lo abbiamo tenuto fermo in attesa dell’arrivo dei colleghi del commissariato». Il racconto fatto a Umbria24 è dell’assistente capo Mirko Giuriati, in servizio presso la centrale operativa della questura di Perugia, che per primo domenica sera è intervenuto per bloccare Roberto Paglia, il 49enne folignate che ha sparato ripetutamente alla moglie mentre erano in un campeggio di Marina Palmense.

La pistola «Mentre eravamo lì – racconta ancora Giuriati – ci ho parlato, gli abbiamo chiesto dove fosse la pistola: prima non rispondeva, poi ha detto che la pistola l’aveva lanciata dietro alcuni cespugli e poi ci ha detto che invece ci ha detto che l’aveva data a qualcuno che l’aveva presa e ripulita. Mentre lo trattenevamo abbiamo trovato il caricatore dell’arma, che aveva proprio il suo sedere. Lo ha preso un collega senza che nessuno di noi lo toccasse. Paglia non ha fatto nulla, non mi ha aggredito o niente. E’ un uomo robusto quindi un po’ di paura l’ho avuta».

Il cognato voleva picchiarlo «Dopo che l’uomo è stato portato via – dice ancora il poliziotto che ha consegnato per mano ai suoi colleghi Paglia – siamo andati a cercare con le torce, dietro al cespuglio, ma non abbiamo trovato nessuna arma. Gli abbiamo chiersto perché lo avesse fatto e sembra trattarsi di una questione di gelosia. I due si stavano separando, ma io li avevo visti insieme sulla moto di lui, un’Harley Davidson arancione, anche poche sere fa. Nel campeggio c’era anche un uomo che è stato bloccato dai presenti che voleva picchiare Paglia, mi hanno detto che si trattava del fratello della donna ferita. Non so se con loro c’erano altre persone, mi sono solo accorto che pochi istanti dopo gli spari, un gruppo di motociclisti si è allontanato dal campeggio».

Indagini Sono ancora molti i punti oscuri dietro questa vicenda che purtroppo, ancora una volta, aveva mandato delle avvisaglie. La donna che adesso lotta tra la vita e la morte aveva infatti denunciato Paglia per almeno due volte. Una nel 2012, quando poi la polizia revocò il porto d’armi all’uomo e gli sequestrò le pistole che aveva, e aleno u’altra nel 2014. Si parla di un rapporto molto burrascoso e di una separazione in corso. E della gelosia di lui. Cosa si siano detti durante il litigio che ha preceduto l’agguato ancora non è chiaro, come non lo è il fatto che Paglia potesse avere una pistola con lui. Certo è che nel campeggio ci sono molte telecamere che gli inquirenti in queste ore stanno visionando per capire se davvero, come ha detto Paglia, qualcuno ha preso l’arma e l’ha fatta sparire. Fino a lunedì sera la pistola non era stata ritrovata, né era stato ricostruita la sua provenienza.

La separazione Quello che invece è stato appurato è che Roberto e Adela Micaela avevano da pochi giorni trovato un accordo sul divorzio. Stavano mettendo a punto gli ultimi dettagli per la separazione consensuale e non erano in vacanza insieme, come invece sembrava in un primo momento. In quel campeggio loro avevano la loro roulotte e come ogni anno il loro figlio stava trascorrendo lì l’estate, loro avrebbero solo dovuto darsi il cambio, ma domenica sera qualcosa è andato storto. A Corvia, nella frazione in cui vivevano i vicini di casa sussurrano che Adela era una donna forte, una gran lavoratrice, ma che quella con Roberto non era più vita. E allora lei stava cercando di venirne fuori, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, se esagerava lo denunciava, se no comunque cercava una mediazione, probabilmente anche per il figlio. Ma Roberto questa separazione non l’ha mai accettata fino in fondo e la sua gelosia era pronta ad esplodere nel peggiore dei modi.

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