di Ivano Porfiri e Francesca Marruco
Un uomo di 38 anni, Luca Rosi, è stato ucciso nel corso di una rapina in villa a Ramazzano intorno alle 22.30 di venerdì. Si cercano tre rapinatori. Rosi, impiegato di banca in una filiale Unicredit a Ponte Felcino sulle orme del padre Bruno, avrebbe provato a reagire per difendere le due donne, la mamma Ivana e la compagna, e il nipote (figlio della sorella Maria Grazia) che erano con lui. L’omicidio è avvenuto in strada San Fortunato, a Ramazzano, alle porte di Perugia.
Il tarlo dello stupro Forse nella testa di Luca c’era quell’episodio avvenuto il 3 febbraio: la rapina a Pietramelina terminata con lo stupro di una donna. Forse temeva per il nipotino di 8 anni. Forse ha pensato che i malviventi volessero portar via la sua donna. Fatto sta che si è sollevato da terra frapponendosi tra le armi di quei balordi e i suoi familiari. E quei balordi non hanno avuto pietà: quattro colpi di cui uno alla gamba e gli altri al tronco. Colpi per uccidere, anche se Luca non è morto subito. I medici del 118 hanno tentato di rianimarlo, inutilmente purtroppo.
L’irruzione Era una sera in famiglia come tante per Luca e i suoi familiari. Il papà Bruno era al bar del paese, lui con la madre e la compagna badavano al figlio della sorella. Quel bimbo davanti ai cui occhi si è consumata tutta la tragedia. Erano circa le 22 quando i tre banditi hanno fatto irruzione aprendo, forse con un calcio, la porta-finestra della cucina sorprendendo i quattro nel salotto attiguo (nemmeno il cane lupo non avrebbe reagito). I banditi erano a volto coperto, con guanti per non lasciare impronte e armati di due pistole, con le quali hanno minacciato i presenti per farsi consegnare denaro e gioielli. Secondo le testimonianze, pare fossero stranieri.
La casa a soqquadro Alla ricerca del bottino, i rapinatori hanno messo a soqquadro l’intera casa. Minacce a tutti, ma non violenza, almeno nella prima fase. Quindi, forse perché insoddisfatti del bottino (hanno portato via un po’ di gioielli e del denaro liquido custodito nei portafogli) hanno legato il 38enne, la madre, la compagna e il nipote con dei fili elettrici, non lesinando calci anche al piccolo.
La reazione e l’omicidio A quel punto è successo qualcosa che ha fatto scattare Luca. Un ragazzo tranquillo, non certo un violento o uno sprovveduto. Forse temeva per il nipote o per la compagna. Fatto sta che si alza per mettersi in mezzo e a quel punto uno dei rapinatori gli scarica addosso almeno quattro colpi. Saranno i Ris di Roma e la scientifica dei carabinieri di Perugia comunque a ricostruire l’esatta dinamica.
Ha provato a sfuggire ai colpi Intanto le tracce di sangue raccontano che Luca ha provato a sfuggire alla pistola del malvivente. Rosi è stato colpito una prima volta alla gamba mentre era in corridoio, gli avrebbero sparato mentre in piedi, non appena ha provato ad alzarsi per buttarsi contro i malviventi. Poi ha provato a fuggire in camera da letto per scappare alla furia banditi. Ma lì è stato raggiunto da altri tre colpi al torace. Due lo avrebbero attraversato, mentre uno è trattenuto. Sarà l’autopsia già disposta dal magistrato Giuseppe Petrazzini a chiarire se c’è stato un colpo mortale. L’esame verrà effettuato probabilmente già lunedì dalla dottoressa Anna Maria Verdelli.
La fuga Prima di fuggire i banditi si sono presi un’ultima premura: distruggere tutti i telefoni cellulari bruciandoli. Quindi hanno preso la Golf nera di Rosi, che i carabinieri hanno trovato poco lontano. L’ipotesi è che lì fosse già pronta un’altra auto per dileguarsi dopo il colpo.
Caccia alla banda I militari del comando provinciale di Perugia, insieme alle altre forze di polizia stanno ora battendo tutta la provincia di Perugia, cercando elementi utili anche in colpi simili avvenuti nella zona di recente. La pista più accreditata è quella di una banda di tre giovanissimi (poco più di 20enni) dell’Est europeo, ma nessuna pista viene al momento scartata. Nel corso della giornata a Ramazzano sono arrivati, come detto, anche gli uomini del Ris di Roma, il reparto scientifico dell’Arma attualmente impegnato in una prima ricognizione sul luogo del delitto.
Avete preso tutto Agghiacciane il racconto fatto dal padre di Luca Rosi ai microfoni di SkyTg24: «Avete preso tutto, lasciatela stare» ha detto il 38enne ai rapinatori che lo hanno ucciso quando questi hanno minacciato la compagna. L’uomo ha quindi spiegato che il figlio si è rivolto ai malviventi «con gentilezza» dopo che si erano già impossessati di denaro e preziosi. «Non sono persone – ha detto ancora il padre – ma animali feroci». «Speriamo li prendano presto» ha aggiunto. «Mio nipote – ha spiegato ancora – non sa ancora niente della morte dello zio. Ha visto comunque che gli sparavano, anche lui è stato legato e ha preso calci». L’uomo ha parlato della sua famiglia come di «gente normale». «Stiamo bene – ha proseguito – ma non navighiamo nell’oro. Forse hanno scelto noi perché la nostra villa isolata era un obiettivo facile».
Sarebbe ora che l’Umbria venisse monitorata a dovere, non ne possiamo più di vivere in questo stato di totale insicurezza. Non siamo liberi di prendere un treno (vedi stazione Fontivegge dominata dagli spacciatori tunisini) e non siamo liberi di stare in casa nostra dopo un onesta giornata di lavoro perché vittime di balordi (a prevalenza Est Europa). A quando la tolleranza zero per queste bestie?
Mi spiegate dove vanno a controllare le forze dell’ordine il territorio ?
Dove sono carabinieri, polizia, metronotte, polizia provinciale e vigili urbani ?
Questa sarebbe la sicurezza dell territorio ? Facile caro sindaco fare il discorsetto opportunista, qua ci vogliono i fatti e non le chiacchere. Piu partecipazione delle forze dell’ordine nei piccoli centri o finirà che il cittadino non avrà la benche piu minima fiducia nelle istituzioni. Siamo soli .
Ci sono un sacco di pattuglie che ancora fanno la guardia alle ville di Berlusconi in Brianza… Ti basta? Uno scandalo. E comunque non bastano, con tutti i militari in giro, a casa dei miei a 500 metri di distanza hanno rapinato 4/5 volte negli ultimi 10 anni …
PERCHE’ NON ANDATE A CONTROLLARE TRA I VICOLI DI FOLIGNO ,FOLIGNO E’ LA SEDE UFFICIALE DELLA MAFIA KOSSOVARA ,A FOLIGNO SONO IMPUNITI E SERENI ….
Non vanno a controllare perche polizia e carabinieri si cagano adosso !!
iniziate a non votare piu’ i comunisti, le rivoluzioni si fanno col tempo, ma dovete iniziare col cambiare voto senno’ non serve lamentarsi..
L’ennesimo affronto al cuore di una regione mite e tranquilla. E’ arrivato il momento che ognuno di noi si accolli le proprie responsabilita’ e si inizi a ripulire le strade dalla spazzatura. Foligno,Perugia,Terni queste le tre citta’ principali che devono essere ripulite. Segnalazioni di sospetti alle forze dell’ordine, denuncia dei crimini, tolleranza ZERO verso chi ci fa vivere nella paura e nel caos.
Iniziare a ripulire le strade dalla spazzatura ? E come si fa ? Non siamo negli USA che se ti entra un ladro in casa e gli spari ti danno il premio, qua sono tutelati i delinquenti e perseguitate le brave persone. Poi fare le segnalazioni alle forze dell’ordine è tempo perso , quando arrivano è sempre troppo tardi.
Gli umbri sono fortemente cattolici e comunisti…..
Finti cattolici e fortemente comunisti perché tutto ciò gli conviene per il proprio tornaconto…
Anch’io sono stato rapinato, ma per fortuna io e mia moglie non siamo stati svegliati perché hanno trovato soldi in casa. Sono arrivati anche in camera da letto e se non avessero trovato quei soldi ci avrebbero certamente svegliato. Alla fine non ci è successo nulla e ringrazio il cielo ogni giorno per la fortuna che abbiamo avuto. Ma da quel giorno la qualità della nostra vita è irrimediabilmente deteriorata: nonostante l’installazione di un sistema d’allarme di ultima generazione mia moglie continua a barricarsi in casa e appena fa buio non osa mettere un piede in terrazza. Noi ci sentiamo irrimediabilmente segnati da questa esperienza, indifesi e inermi in casa nostra.
Immagino cosa stia passando la famiglia di questo povero ragazzo e il bambino che, temo, resterà traumatizzato per tutta la vita. Non nascondo di essermi commosso e abbraccio idealmente questa famiglia.
Mi chiedo solo per quanto tempo vogliamo continuare a subire la violenza brutale di queste bande di stranieri che scorrazzano indisturbate a casa nostra, sicuri che anche se presi se la caveranno con poco. Una vera e propria impunità che incoraggia questa gente a delinquere in Italia. Tanto troveranno sempre il magistrato che, interpretando le leggi sempre in favore dell’imputato, li farà uscire di galera poco dopo. Ma se uno di noi reagisce e se ha un’arma spara, allora viene perseguito, processato e condannato dalla giustizia italiana.
Non so voi, ma io sono stufo di tutto questo!
Vero se uno di noi ammazza un ladro passiamo i guai se sono loro allora tutto va bene. Questa è la conseguenza di una cultura perbenista, pacifista, tollerante. Basta anche da parte della chiesa deve finire questa patetica sceneggiata. Tanto uno non cambia idea finchè non è colpito nei propi interessi.
Ma come abbiamo fatto a ridurci cosi??
Andiamo in tv come la capitale della droga
Subiamo queste violenze incredibili senza
fiatare….polizia totalmente assente.
Questa politica della tolleranza non ci ha portato a niente…
L’ Umbria ormai é diventata, per dirla alla Metternich, “una semplice espressione geografica”. Non esiste più, o meglio non é più degli umbri. Si é cominciato un 30/35 anni fa con la colonizzazione sempre più penetrante e dispotica delle mafie italiche, in primis i camorristi in valle umbra, grazie al generoso istituto del soggiorno obbligato, seguiti a ruota dagli ‘ndrini. Non assenti ovviamente, in un luogo abitato da un popolo mite, laborioso e che essenzialmente si fa i cavoli propri, la mafia siciliana e la SCU, anche se meno evidenti. Poi, anche grazie alle generose sponsorizzazioni del comunismo che qui spadroneggia su percentuali da Ceaucescu (vero, Goracci?), via libera alla feccia di mezzo mondo. La zona dei Ponti, per esempio é ormai un coacervo di zizzannia extracomunitaria e dell’ Est comunitario. E quasi sicuramente in quelle zone si sono fatti strada le belve autrici di questo delitto infame. Non parliamo poi dell’ Acropoli del capoluogo, dove lo spaccio maghrebino ed albanese é ormai signore e padrone, e dove si trovano anche cellule qaediste (vedi El-Korchi, sedicente imam condannato in via definitiva a 6 anni per preparazione d’ ordigni ed attività di proselitismo sul ns suolo, capito cara D.ssa Forleo??? ) e quella recentemente scoperta a Terni. Insomma, un bell” assortimento, generatosi in 40 anni, dopo che qui si é vissuti per decenni con la porta aperta. Se continua così, me ne vado davvero. E tremo per i miei genitori, anziani e soli ….
Pur non essendo della zona, ma pugliese, appena appresa la notizia dal televideo, mi sono precipitato sulla rete per i dettagli. Non credevo alla notizia, essendoci stato per una breve vacanza l’anno scorso ed avendo invidiato il territorio per la tranquillità e la pace. Sono dispiaciuto e spero venga fatta giustizia.
Per queste bestie senza palle ci vuole la tortura in luogo pubblico, la fustigazione a sangue e infine la pena di morte con indicibili sofferenze. Maledetti!!!! E maledetti anche tutti quelli che predicano la politica dell’accoglienza. Se se ne tornassero tutti quanti da dove vengono saremmo tutti più tranquilli!!!!!!!!!!!
Continuate a votare a sinistra e a scaldare le poltrone in Umbria e poi vi lamentate di tutto ciò…….complimenti…..
Sarebbe il caso che invece di tenere migliaia di polizziotti a picchiare i pensionati in Val di Susa li portassero qui a fare un po di pulizia
Prima facciamo entrare chiunque indiscriminatamente, poi ci stupiamo se succedono queste cose ad onesti ed eroici cittadini italiani. Grande Luca.
Sono perfettamente d’accordo !! Se dessero la possibilità anche a noi di ucciderli come cani forse non verrebbero TUTTi in Italia sapendo di essere SEMPRE impuniti dai nostri magistrati comunisti !!