di Francesca Marruco
L’accusa è quella di rivelazione di segreto d’ufficio per l’ex numero uno della Digos di Perugia Lorenzo Manso per cui giovedì mattina, davanti al gup Alberto Avenoso, è stata celebrata l’udienza preliminare. Al centro dell’inchiesta ci sono dei fatti che risalgono al dicembre del 2009 e oltre Manso, poi trasferito prima a Firenze e infine al commissariato di Sanremo, coinvolgono l’ex presidente del Perugia Calcio Leonardo Covarelli e la sua ex moglie.
L’accusa E’ il procuratore aggiunto Federico Centrone a mettere nero su bianco le accuse: «Nella sua qualità di vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, dirigente dell’ufficio Digos della questura di Perugia, violava i doveri inerenti alle funzioni rivelando notizie di ufficio coperte dal segreto: in particolare perché, apprese nel corso delle intercettazioni telefoniche disposte per motivi investigativi sulle utenze in uso a Leonardo Covarelli, notizie riguardanti relazioni sentimentali dello stesso con altre donne, ne rivelava l’esistenza e i contenuti alla moglie di Covarelli».
Covarelli parte civile Leonardo Covarelli ha intenzione di costituirsi parte civile con il suo legale Giovanni Spina. Lo farà nella prossima udienza fisata per il 19 settembre prossimo. In particolare, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, le intercettazioni di cui venne rivelato il contenuto erano state disposte nell’ambito di un procedimento in cui Covarelli, già implicato in diversi procedimenti penali tra cui quello legato al crac del Grifo, era persona offesa. Ovvero quello legato alla scalata che alcune persone avevano tentato alla società calcistica.
L’arresto dei libici Lorenzo Manso, rimasto alla questura di Perugia per tre anni, fu a capo dell’operazione di polizia che arrestò degli studenti libici ritenuti a capo di un’associazione a delinquere che avrebbe dovuto assaltare l’ambasciata libica a Roma, per cacciare l’allora rappresentante del governo di Bengasi e mettere al suo posto un uomo già designato di Gheddafi. Manso è difeso dall’avvocato fiorentino Eraldo Stefani.