di Francesca Marruco
Non son servite né le parole di pentimento Aurel Rosu né le arringhe dei difensori. Dopo un’udienza lunga una giornata e una camera di consiglio lampo, anche i giudici di secondo grado hanno deciso per il carcere a vita Iulian Ghiorghita, Aurel Rosu e Dorel Gheorghita, i tre killer del giovane bancario Luca Rosi, barbaramente ucciso nel marzo 2012 nel corso di una rapina a Ramazzano. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’assise di appello di Perugia (Massei presidente, Ricciarelli a latere) al termine di due ore di camera di consiglio. Confermati anche i 20 anni a Catalin Simionescu, considerato il basista della banda.
La sentenza Verdetto confermato, dunque. Unica variazione rispetto alla condanna in primo grado è l’aggravante dei futili motivi, decaduta, mentre è rimasta quella della crudeltà. Il sostituto procuratore Giuliano Mignini, e con lui gli avvocati di parte civile Luciano Ghirga, Valeriano Tascini e Silvia Egidi, aveva chiesto proprio la conferma della condanna, ribadendo le responsabilità dei tre uomini. Anche per i giudici di appello, dunque, nessun dubbio loro i responsabili dell’omicidio di Luca Rosi, infierendo su un uomo con le mani legate che provò a ribellarsi per salvare la sua donna da una violenza sessuale.
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Condanna La condanna per l’omicidio del bancario perugino Luca Rosi,ammazzato dai tre rumeni durante una rapina in casa del padre a Ramazzano, è arrivata mercoledì sera dopo una lunga giornata d’udienza a cui hanno preso parte solo due dei tre rumeni, Dorel Gheorghita e Aurel Rosu. Momenti di tensione con la sorella della vittima, che in ogni udienza, non riesce – comprensibilmente – a trattenere la sua rabbia.
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Tre ergastoli Tre ergastoli dunque per Iulian Ghiorghita, per Aurel Rosu e per Dorel Gheorghita. Perché il primo gli ha sparato contro con la pistola che la banda aveva rapinato a casa di Sergio Papa un mese prima, dopo aver stuprato la suocera. Il secondo perché, nonostante nelle mani impugnasse una pistola che poteva sparare solo a salve, gli ha sparato contro con ugualmente. Il terzo, che agli inquirenti raccontò di essere venuto in Italia per comprare dei vestitini per il battesimo del figlio, perché lo ha preso a cazzotti in faccia mentre era morente per i colpi di pistola ricevuti.
Tutti e tre colpevoli allo stesso modo Tutti e tre hanno concorso ad uccidere il povero Luca Rosi, che aveva provato a ribellarsi alla barbarie dei tre rapinatori che gli erano entrati in casa e gli stavano per violentare la fidanzata. Infatti a tutti e tre vengono contestate le aggravanti che hanno consentito di chiedere la pena all’ergastolo in primo grado anche se con rito abbreviato.
Ammazzare per niente Hanno «ammazzato per niente», come disse Aurel Rosu a Iulian Ghiorghita in un parco di Ponte San Giovanni prima di scappare in Romania per cercare di sottrarsi alla giustizia italiana. Furono i carabinieri del Comando provinciale di Perugia a scovarli e attenderli al loro rientro in Italia per mettergli le manette ai polsi. Un’indagine lampo quella dei carabinieri del Reparto Operativo e del Ros di Perugia, che permise di arrestare gli assassini in meno di quindici giorni.