I tre arrestati per l'omicidio di Sergio e Maria (Foto F.Troccoli)

di Iv. Por.

C’è soddisfazione per gli arresti mista al dolore ancora vivo per il barbaro omicidio di Sergio Scoscia e Maria Raffaelli, avvenuto il 6 aprile scorso a Cenerente. La voce della famiglia filtra attraverso l’avvocato del nipote dei due uccisi. Ma anche il sindaco Wladimiro Boccali si complimenta con la polizia e il questore sottolinea il difficile lavoro fatto.

L’avvocato Vesi: se sono loro nessuna pietà «All’ennesimo gesto di una violenza inaudita c’è stata l’ennesima risposta esemplare delle forze dell’ordine». Alessandro Vesi, legale di Valerio Mion, nipote dei due uccisi il 6 aprile scorso a Cenerente nel corso di una rapina, esprime la soddisfazione della famiglia per l’arresto dei presunti responsabili dell’omicidio di Sergio Scoscia e Maria Raffaelli. Vesi sottolinea «lo straordinario lavoro della polizia, che ha operato in condizioni difficili e in un riserbo esemplare». «Ora – aggiunge – deve essere fatto il processo, un processo giusto nei confronti di quelli che per ora sono solo i presunti colpevoli. Se poi si giungerà all’accertamento che sono loro i responsabili, quindi a una condanna, non deve esserci nessuna pietà, ma un’inflessibilità assoluta di fronte a chi ha commesso un delitto così terribile».

Boccali: grande soddisfazione «I perugini – commenta il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali – hanno certamente accolto con grande soddisfazione la notizia dei tre arresti. A nome loro faccio i complimenti al questore D’Angelo e ai suoi uomini, a partire dal capo della Mobile, Marco Chiacchiera, che ha diretto le attività investigative, ed alla procura. Su questo delitto si è lavorato con pazienza e grande riservatezza, attingendo alle risorse di professionalità di cui la Questura di Perugia dispone, sostenuta dal Servizio centrale operativo e dalla Direzione centrale anticrimine di Roma. Assicurare alla giustizia persone ritenute colpevoli di un crimine così efferato contribuisce a rafforzare la fiducia nello Stato e nella sua capacità di dare sicurezza ai cittadini, ferma restante l’esigenza della prevenzione,  del controllo e della presenza quotidiana sul territorio».

Il questore: indagine da manuale E’ stata «un’indagine da manuale» a parere del questore di Perugia Nicolò D’Angelo, quella che ha portato all’arresto da parte della squadra mobile di tre cittadini albanesi accusati del duplice omicidio di Sergio Scoscia e Maria Raffaelli, avvenuto lo scorso 6 aprile. A margine della conferenza stampa, il questore ha voluto fare i complimenti a quelli che ha definito i «miei ragazzi», i quali a suo avviso «hanno fatto un lavoro splendido in silenzio, resistendo alle pressioni che comprensibilmente hanno accompagnato i giorni successivi a un delitto tanto efferato». «Il caso – ha aggiunto D’Angelo – si è presentato complesso e difficile e determinante e’ stato il coordinamento tra vari uffici e la procura. Tutto si e’ svolto con grande professionalità, è stata – ha concluso – un’indagine da manuale».

Il prefetto: modello vincente E al questore giunge il «vivo compiacimento per l’individuazione e la cattura dei presunti autori del duplice omicidio di Cenerente» dal prefetto di Perugia, Vincenzo Cardellicchio. «E’ un successo di grande significato – scrive il Prefetto – che premia lo straordinario, intelligente impegno della locale Squadra Mobile, sviluppatosi in felice sinergia con molteplici reparti e specialità della Polizia di Stato ciascuno dei quali portatore di specifiche eccellenze e professionalità info-investigative». Si tratta, sottolinea ancora il Prefetto, di «un modello operativo vincente ma anche un messaggio forte alla comunità locale, la cui percezione di sicurezza era stata profondamente scossa dall’efferato delitto. L’avere assicurato alla giustizia i responsabili del barbaro episodio, infatti, consente di rafforzare la fiducia della collettività nella prontezza e capacità di risposta dell’apparato di contrasto – invero complessivamente eccellente in questa provincia, come dimostrano dati incontestabili – contribuendo a rinsaldare il sentimento di coesione sociale ed il tessuto di relazioni e reciproci affidamenti che ne è alla base». Nel congratularsi per la brillante operazione, il Prefetto Cardellicchio conclude il messaggio con l’invito a voler estendere il suo apprezzamento a tutto il personale della Questura impegnato nella complessa indagine nonché ai diversi reparti scientifici ed investigativi che, con il loro fondamentale contributo, hanno reso possibile questo risultato.

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