di Fra. Mar.

Si va verso una richiesta di incidente probatorio nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Anna Maria Cenciarini, la mamma di Città di Castello, uccisa il 28 dicembre scorso nella sua casa di Varesina. Il motivo dell’accertamento va ricercato nello stato mentale del figlio Federico Bigotti, arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il giovane infatt, dopo essere stato trasferito nel carcere di Piacenza, ed essere tornao nei giorni scorsi a Perugia, verrà intanto nuovamente immediatamente trasferito in una «idonea struttura penitenziaria», per l’accertamento delle conizionin psichiche del ragazzo.

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Il dispositivo del gip Il nuovo trasferimento, disposto dal gip titolare Carla Maria Giangamboni, si è reso necessario perché «fino ad ora non è stato possibile» effettuare un’approfondita valutazione delle sue condizioni psicofisiche «in considerazione della scarsa collaborazione». E quindi si ricomincia tutto da capo, nella speranza di stabilire la sua capacità, o incapacità di intendere e di volere, ma anche a quale regime detentivo può essere eventualmente sottoposto. I suoi legali Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio sostengono fin dal momento dell’arresto che il ragazzo aveva bisogno di cure.

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La sua versione Al momento quindi, prima di ogni ulteriore passo sia difensivo che dell’accusa c’è questo nodo da cui potrebbe dipendere tuto il prosieguo del procedimento. Fino ad ora il ragazzo si è sempre sottratto alle domande degli inquirenti sull’omicidio della madre. Le uniche cose le disse nell’immedatezza dei fatti ai carabinieri quando sostenne che la madre si era uccisa da sola prendendosi a coltellate. Le stesse parole poi le riferì ai suoi familiari. Ma nessuno gli ha mai creduto, a partire dal padre e dal fratello che dormivano con lui fino al momento dell’arresto.

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