di Chiara Fabrizi
La Procura di Spoleto ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per Luisa, la badante sessantottenne di Rieti accusata di maltrattamenti ai danni di due donne disabili, una delle quali deceduta.
Badante arresta, ma c’è un’altra indagata Nel registro degli indagati per il caso di Onelli di Cascia, però, è stata iscritta anche un’altra persona: si tratta della responsabile dell’istituto della provincia Rieti a cui le due donne disabili erano state affidate dall’assistente sociale del Comune di residenza. Anche a lei viene contestato il reato di maltrattamenti. Gli inquirenti, coordinati da pm Andrea Claudiani, avevano infatti ascoltato il tutore delle due disabili, che ha riferito di non sapere che le invalide erano state spostate dall’istituto di Rieti all’abitazione di Onelli. A carico della badante Luisa e della responsabile della struttura di Rieti giovedì mattina sono anche state eseguite perquisizioni domiciliari.
Trasferimento fantasma a Onelli di Cascia Restano da accertare le ragioni per le quali le due invalide siano state trasferite in quell’abitazione di Onelli, dove non risultavano neppure residenti. C’è infatti da capire se l’istituto in provincia di Rieti percepiva somme integrative dalla Regione Lazio per l’affidamento delle due donne, che verosimilmente pagavano una retta con le proprie pensioni. Non è quindi escluso che un altro filone d’inchiesta possa essere aperto nei prossimi giorni.
Disabili maltrattate L’ipotesi della Procura, per ora, resta quella formulata fin dalla prima ora, ovvero maltrattamenti perché l’autopsia eseguita sul corpo di Patrizia, la disabile di 48 anni morta, non possono aver provocato la morte. Analoga la conclusione dei consulenti a seguito delle visite a cui è stata sottoposta anche Paola, l’altra disabile che viveva a Onelli di Cascia e che sul corpo aveva gli stessi lividi. Per la Procura di Spoleto i maltrattamenti sarebbero quindi consistiti «sia nell’imposizione di condizioni abitative di estremo degrado e insalubrità sia nella pratica reiterata di percosse che avrebbero provocato le lesioni».
Le testimonianze In base a quanto ricostruito, le due donne gravemente disabili vivevano da circa un anno e mezzo con la sessantottenne di Rieti in un’abitazione di Onelli di Cascia, una frazione in cui d’inverno vivono poche anime e che si trova a circa mille metri di altitudine. Secondo quanto emerso fin dai primi giorni, il contatore dell’energia elettrica dell’abitazione era attivo, ma era stato trovato staccato, mentre gli ambienti risultavano riscaldati solo con una stufa a legna. Residenti hanno poi raccontato a Umbria24, che erano le stesse disabili a raggiungere la legnaia per fare rifornimento, mentre è stata segnalata anche la presenza di un uomo che periodicamente raggiungeva Onelli di Cascia per consegnare alle tre donne alimenti e beni di prima di necessità, non essendoci in paese un minimarket né un bar.