di Enzo Beretta
«Alta tensione» nel carcere di Perugia: dopo l’aggressione di un «fondamentalista islamico votato alla Jihad» ai danni di un agente giovedì sera è avvenuto un altro episodio di violenza a Capanne. Stando a quanto riferito dal Sappe un detenuto marocchino di 36 anni, dietro le sbarre dal 2013 per spaccio di droga, ha picchiato un altro poliziotto. Sempre nello stesso reparto di isolamento.
Dodici giorni di prognosi Stando alla ricostruzione del segretario generale del sindacato autonomo, Fabrizio Bonino, «il collega è stato colpito con un pugno ed ha riportato ferite giudicate guaribili in 12 giorni». «Servono – prosegue il sindacalista – adeguate sanzioni contro chi si rende responsabile di violenza contro appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria. Insomma, provvedimenti concreti che garantiscano sicurezza alle strutture e agli agenti. Ogni giorno contiamo eventi critici nelle carceri regionali».
«Condannati tornino nelle prigioni dei loro Paesi» Il segretario generale Donato Capece, considerato il forte incremento dei detenuti stranieri in Italia, suggerisce di «far scontare agli immigrati condannati con sentenza definitiva la pena nelle prigioni dei loro Paesi. Potrebbe essere un forte deterrente contro chi delinque in Italia. In più bisognerebbe riaprire carceri dismesse come Pianosa e l’Asinara per trasferire i detenuti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione».
‘Jihadista’ trasferito a Spoleto Il pusher marocchino di 45 anni «monitorato per il suo fondamentalismo islamico» che mercoledì sera ha ferito in cella un poliziotto per poi fomentare gli altri reclusi, invitandoli a lesionarsi il corpo, è stato immediatamente trasferito nel supercarcere di Spoleto.