di Massimo Colonna

«Sulla vendita delle farmacie è il Comune che decide. Se il cda di Asfm non è concorde con la proprietà delle farmacie comunali deve trarre le  dovute conseguenze». E’ la dura presa di posizione del sindaco Leopoldo Di Girolamo nei confronti del consiglio di FarmaciaTerni, la partecipata di Palazzo Spada. Il tutto dopo che il 7 settembre scorso i membri del consiglio d’amministrazione dell’ormai ex Asfm hanno inviato una lettera a dirigenti, sindaco e assessore al ramo Vittorio Piacenti D’Ubaldi, per «richiedere chiarimenti in merito alla cessione delle farmacie», come si legge nell’intestazione del documento. E la presa di posizione del primo cittadino, pubblicata con un comunicato sul sito ufficiale del Comune, di fatto apre un fronte tra le due parti.

La lettera Poco dopo arriva anche la replica dello stesso cda di FarmaciaTerni: «Si trattava soltanto di una lettera per ottenere un chiarimento giuridico – fanno sapere dal consiglio – in merito a quanto si dovrà fare perché se il Comune mi dice di privatizzare noi dobbiamo munirci della legittimità giuridica necessaria. E da uno studio che abbiamo fatto pare ci siano piccole discrepanze». Nella lettera FarmaciaTerni chiede chiarimenti tecnici e mette in evidenza alcuni passaggi normativi che non tornerebbero nel caso in cui il Comune, come si ipotizza in questi giorni, apra ai privati.

Il sindaco Su questo ha preso posizione Di Girolamo. «Apprendo con stupore le prese di posizione del cda di Asfm che si preparerebbe ad una resistenza a fronte della volontà espressa dall’amministrazione comunale, in tutte le sue articolazioni, sull’ingresso di privati nella proprietà di Asfm. La decisione sull’alienazione spetta alla proprietà, cioè al Comune, non a chi è stato nominato dal sindaco per dar luogo alla gestione della azienda. Se le persone designate dal sindaco non condividono la linea del sindaco, della giunta, del consiglio comunale, degli organi politico amministrativi democraticamente eletti, bene farebbero a prendere le decisioni opportune. Occorre rispetto per le istituzioni democratiche, occorre tenere presenti gli interessi collettivi e non quelli di poltrona, occorre lavorare nell’interesse della comunità. Sulla privatizzazione delle farmacie il Comune di Terni si accinge a una scelta dolorosa, comunque ponderata e maturata, quella di rinunciare a un servizio e a un bene non più strategico per la collettività nell’ottica di dare un contributo, in questo caso determinante e fondamentale, ai conti dell’ente».

I punti da chiarire Dopo l’intervento del primo cittadino ecco la replica dello stesso cda: «Ci meraviglia il fatto che il sindaco risponda tramite un comunicato stampa e non a noi. Inoltre non capiamo come mai risponda solo ora visto che la lettera è del 7 settembre scorso ed è solo un passaggio in cui si chiedono chiarimenti. Da parte nostra non possiamo decidere se privatizzare o meno, è una questione di merito che non ci riguarda, ma dobbiamo di contro sapere come gestire eventualmente la vicenda a livello giuridico, perché di quello rispondiamo noi. E poi qui non c’è nessun attaccamento alla poltrona».

@tulhaidetto

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