In diverse zone della città si è letto nei giorni scorsi il messaggio su qualche striscione ‘Tutti al Liberati’. L’invito ad andare allo stadio in occasione del match casalingo della Ternana col Benevento, superando così le contestazioni e gli scontri col patron Bandecchi, duramente attaccato, e salutando con favore il ritorno in panchina di Cristiano Lucarelli. Tutti al Liberati. Già, perché quell’impianto sportivo porta il nome del campione di motociclismo, il ternano Libero, morto il 5 marzo del 1962 in una curva lungo la statale 209 Valnerina durante un allenamento. Gli appassionati della due ruote non dimenticano, per loro ‘tutti al Liberati’ oggi significa ritrovarsi davanti a quella targa che commemora ‘il cavaliere d’acciaio’, a Cervara.

Libero Liberati È proprio lì che decine di persone domenica mattina si sono radunate per omaggiare il ternano della Gilera, campione del mondo 500 nel 1957, uno dei piloti più forti del Motomondiale. Sono trascorsi 61 anni dalla sua scomparsa in quel tragico incidente. COme ricordato da La Gazzetta dello sport lo scorso anno, Liberati amava Terni e i suoi concittadini che, con i dipendenti delle Acciaierie in testa, dobve aveva lavorato come autista, avevano fatto la colletta per acquistargli a inizi carriera una Guzzi Dondolino, la prima vera moto da corsa. Sugli spalti di ogni circuito, in Italia e fuori, c’era sempre gran ressa di ternani, con striscioni e stendardi, tamburi e trombe, inneggianti a “Libbero”, il beniamino di casa sempre umile e legato alla sua città anche dopo aver conquistato la vetta del motociclismo mondiale.