di Mario Mariano

All’ottava di campionato arrivò la migliore sinfonia perché al gioco si unirono i gol, che potevano essere tanti di più, ma soprattutto è stata realizzata in poco tempo una inversione di tendenza: nelle giornate grame erano gli avversari a sfruttare i calci piazzati, ora le parti si sono invertite. Attenzione: potrebbe diventare una soluzione da sfruttare anche in futuro, una sorta di schema che sicuramente è stato provato in allenamento: calcio d’angolo di Di Chiara, uno specialista e non un “pincopallo” qualsiasi e incornata di Monaco, cosi come è accaduto contro l’Avellino per ricevere il lasciapassare per la terza vittoria di fila, molto diversa rispetto alle prime due.

LA CRONACA

 

Certo, nel cuore dell’area avversaria potranno saltare anche Volta o altri goleador aggiunti, ma l’ex Arezzo ci sembra quello più dotato in elevazione con l’aggiunta di una notevole capacità di piazzare i gomiti tra le costole di chi avesse intenzione di ostacolarlo. Per la verità lo stacco è stato imperioso per il primo gol in campionato, anche se va precisato che approssimativa è sembrata la resistenza opposta dai poco dotati irpini. Proprio la consistenza del peso fisico ed atletico dell’Avellino deve indurre a fare delle considerazioni su una squadra che è apparsa la più modesta vista fino ad ora, pur non trascurando le assenze di tre attaccanti di stazza quali Castaldo, Mokulu e Ardemagni, costretto a gettare la spugna sul finale di primo tempo. A contenere il risultato sono state soltanto le parate del reattivo Frattali e gli errori sottorete di Dezi e Guberti che non hanno saputo capitalizzare l’eccellente lavoro svolto in sede di preparazione dell’offensiva.

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Ma c’è di più oltre all’inversione di tendenza sui calci piazzati, la squadra sa muoversi a pieno organico in fase di possesso palla, con il supporto dei difensori e di ripiegamento generale quando il pallone è gestito dall’avversario. La sola medicina che regala benessere e rafforza l’autostima è il risultato ed ecco perché è stato decisivo il successo contro la Spal di cui si ricorderà essenzialmente il ritorno al tema tattico conosciuto, lasciando negli spogliatoi i balbettii di una prima fase che non aveva fatto presagire nulla di buono. Sbagliare è umano, perseverare diabolico e fino ad ora Bucchi ha saputo aggiustare il tiro con tempismo, senza perseverare in quei responsi che erano stati negativi, e tra questi mettiamoci pure l’impiego di Di Carmine sulla fascia. La capolista Cittadella arriva al momento giusto per ulteriori importanti verifiche, ma intanto Bucchi può insistere su giovanotti che non hanno abbassato la guardia neppure nelle giornate meno felici, e il riferimento va a Zebli, dotato di radar nel catturare il pallone e di bussola nel distribuirlo.

SCONTRO TRA TIFOSI

Rosati: Non poteva certo essere l’attaccante tascabile Verde, giovanili della Roma a guastargli la domenica. Cosi come il temuto Ardemagni che, continuando a giocare spalle alla porta, mai si è cimentato nel tiro a rete. Il solo intervento importante, dopo la rete di Monaco e prima del raddoppio di Di Carmine, ad opera di Soumarè gli vale la sufficienza. Voto: 6

Belmonte: Va alla caccia del gol ma Frattali glielo nega; argina di forza un Ardemagni a scartamento ridotto, ripresa in scioltezza con l’aggiunta di un tiro direzione il pennone più alto della Curva Nord. Voto: 6.5

Monaco: Il campano avverte la fiducia di tecnico e società – il progetto è quello di farlo diventare un punto fermo, un simbolo per il futuro – e si avventura in attacco per un gol che non dimenticherà e che può aprire strade nuove alla squadra. Voto: 7

Volta: Per vie centrali l’Avellino non ci prova quasi mai, a lui il compito di rilanciare il gioco per Di Carmine. Voto: 6.5

Di Chiara: Molto più concentrato, sicuramente la migliore prestazione anche perché disciplina le forze e contrasta il solo attaccante che si muove a pieno regime, Verde, una fotocopia di Fotia o Salsano per chi ha buona memoria di ali tascabili. Voto: 6.5

Dezi: Sul conto occorre mettere un pallone perduto davanti alla difesa e un gol fallito, per il resto si conferma centrocampista dai piedi buoni e dalla corsa facile. Voto: 6.5 (dal 41′ st Ricci: ng)

Zebli: Cresce di partita in partita, un motorino intelligente, uno che sa essere muratore e geometra e magari a breve arriverà anche la laurea in ingegneria. Voto: 7+

Brighi: Partenza da applausi, lanci al fulmicotone, la migliore prestazione dal suo arrivo. Un calo giustificato nella ripresa. Voto: 6.5 (33′ st Acampora: Anche questa volta entra subito in partita e sul terzo goal ha meriti all’80%. Merita una citazione di merito. Voto: ng)

Guberti: Ci vorrebbe il pallottoliere per contare il numero dei cross, ma a volte esagera nel cercare il numero e al momento del tiro fa flop. Più concretezza non guasterebbe. Voto: 6.5

Di Carmine: Si sta imponendo non solo a suon di gol, ma anche per come è diventato punto di riferimento per i compagni, che lo cercano con continuità e lui difende il pallone con tenacia e ottimismo. Voto: 7.5

Nicastro: Si apprezza il gioco aereo, la osservanza tattica, la ricerca del gioco e non la giocata per l’applauso. Bucchi ha capito di non poterne fare a meno. Voto: 6.5 (30′ st Buonaiuto: Anche lui entra alla svelta nel vivo gioco. Voto: ng)

Bucchi: Sta raccogliendo per quello che ha seminato e per ciò che è riuscito a correggere, e non solo abbandonando l’abitudine a comunicare la formazione alla vigilia. Quello era un vezzo, ma tornando indietro ha dimostrato umiltà. Voto: 6.5