Una carrozza del Minimetrò (foto ©Fabrizio Troccoli)

di Daniele Bovi

Un 2022 ancora in rosso, ma con una tonalità meno intensa rispetto a quella dell’anno prima, e passeggeri che al di là dei picchi negli orari scolastici rimangono al di sotto di quelli registrati durante l’emergenza sanitaria. Nelle scorse ore sulle scrivanie del Comune di Perugia è arrivato il bilancio della Minimetrò spa, la società il cui 70 per cento è nelle mani di Palazzo dei Priori. L’esercizio 2022, che sarà approvato lunedì dall’assemblea dei soci, si è chiuso con un passivo di 35.496 euro, in miglioramento rispetto ai 220 mila del 2021 e ai 226 mila dell’anno della pandemia, mentre nel 2019 era stato registrato un utile di 78 mila euro.

NESSUNA OFFERTA PER LE AZIONI DELLA MINIMETRÒ

In miglioramento «La perdita d’esercizio registrata nel 2022 – nota la giunta – è in miglioramento rispetto a quella dell’esercizio pre­cedente nonostante la presenza di un consistente calo nel differenziale tra valore e costo della produzione, deter­minato principalmente dai maggiori costi per l’energia e dalla mancata registrazione di contribuzioni pubbliche a titolo di ristoro Covid per anno 2021. Nel risultato finale d’esercizio vanno comunque a incidere positivamente il miglioramento della gestione finanziaria per effetto di minori interessi e oneri e la contabilizzazione di imposte anticipate».

I conti In particolare i costi della produzione, pari a 10,6 milioni, sono cresciuti del 6 per cento principalmente a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, costata alla Minimetrò oltre 577 mila euro. Segno meno invece, principalmente a causa della sforbiciata al corrispettivo decisa dal Comune tempo fa (da 7,5 a 6,8 milioni), anche per i ricavi, in miglioramento per quanto riguarda la biglietteria (dal milione netto del 2021 agli 1,6 del 2022). In tutto sono state 2,012 milioni le validazioni, pari a una media di circa 5.800 al giorno. E proprio sul fronte traffico l’amministratore unico, Sandro Angelo Paiano, scrive che le conseguenze della pandemia «continuano a incidere sulla psicologia degli utenti e sulle scelte di mobilità, atteso che il riempimento delle vetture nelle fasce orarie estranee ai flussi degli studenti è mediamente inferiore a quello già ridotto per motivi sanitari».

I rischi Per il caro energia l’azienda ha incassato a titolo di ristori 201 mila euro, mentre tra pubblicità e spazi commerciali 70 mila. Nella sua relazione l’amministratore unico parla nel complesso di «un risultato soddisfacente se rapportato a quello dei precedenti esercizi caratterizzati dall’emergenza Covid, ma ancora sottodimensionato rispetto alle potenzialità dell’impianto». Da anni, infatti, la società sostiene che in termini di numero di passeggeri ci sia molto da fare. Per l’immediato futuro, a preoccupare è anche l’inflazione che porterà a un ulteriore aumento dei costi per i servizi di gestione e manutenzione «a fronte dei quali – scrive Paiano – è comunque presente una tariffa dei titoli di viaggio non correlata ad alcun parametro d’indicizzazione». Nel complesso, se la situazione non tornasse in breve alla normalità «uno scenario pro­spettico di disequilibrio economico finanziario».

La vendita Sullo sfondo, poi, rimane sempre la questione della vendita del 70 per cento di proprietà del Comune. Poco più di due mesi fa sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte a proposito del bando pubblicato dal Comune; sulle scrivanie di Palazzo dei Priori, nonostante l’interessamento di alcune realtà (per diverso tempo si è ipotizzato l’ingresso di Busitalia), non è stata depositata alcuna proposta. Il prezzo a base d’asta era pari a 11.181.483 euro e 60 centesimi, ovvero la cifra stabilita con l’ultima perizia risalente al 2021.

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