«Il Comune si trova in una fase di dissesto da ben tre anni. Ora come pensano di poter dare il via ad un predissesto quando quella fase è già stata purtroppo superata?». «A pagare saranno come sempre solo i cittadini dopo che la stessa amministrazione aveva promesso di non gravare sui ternani». Opposizioni di Palazzo Spada critiche contro il piano di rientro pluriennale, ossia il predissesto, predisposto dalla giunta del sindaco Di Girolamo e che ora si appresta ad andare in consiglio. E il 28 dicembre prossimo dunque c’è da aspettarsi un forte momento di confronto politico al momento della discussione sul documento. Ad attaccare la giunta il Movimento Cinque Stelle con Thomas De Luca, Fratelli d’Italia con Marco Cecconi e Enrico Melasecche del gruppo ‘I Love Terni’.
Movimento 5 Stelle «Il Comune – si legge in una nota del consigliere De Luca – non può procedere alla manovra di riequilibrio finanziario pluriennale perché è già nella fase successiva, quella del dissesto, da ben 3 anni. Lo diciamo carte alla mano, il tutto scritto nero su bianco mettendo a confronto i rendiconti degli anni 2013-2014-2015 con la documentazione emersa negli ultimi mesi e negli ultimi giorni. Per tre anni i debiti fuori bilancio sono stati occultati scientemente al fine di impedire il riconoscimento dell’ottavo indicatore di deficitarietà strutturale che avrebbe portato a cinque su dieci i parametri negativi, svelando il dissesto dell’ente».
Fratelli d’Italia Il piano ora, dopo l’approvazione in giunta, passerà al voto del consiglio per poi finire sulla scrivania del ministero dell’Interno e della corte dei Conti. Proprio su questi passaggi si concentra Cecconi. «Di Girolamo e il suo assessore al Bilancio hanno passato il segno – si legge in una nota – anticipando ai media locali quello che i consiglieri a questo momento ancora ignorano completamente, pur essendo chiamati ad assumersi il 28 e il 29 dicembre prossimi, con il proprio voto, la responsabilità del predissesto e del relativo piano. Il trucco è sempre lo stesso e il giudizio va di conseguenza: bugiardi». Cecconi poi rimanda al celebre film di Totò: «A chi cercheranno di vendere la Fontana di Trevi, questa volta, come nel celebre film Totòtruffa 62? A chi cercheranno di svendere le farmacie comunali e tutta una serie di beni mobili, per tappare i buchi? A quali cifre? E tutta la partita del dare/avere tra Palazzo Spada e Asm è ricompresa oppure no nei 15milioni e mezzo di debiti? Solo adesso ci si accorge che l’appalto per il Caos è un salasso per le tasche dei ternani? Chi altro verrà a bussare alla porta, se per il “contenzioso” vengono accantonati qualcosa come 4milioni di euro?».
I Love Terni «Purtroppo le cifre che emergono – spiega Melasecche in un comunicato – erano ampiamente previste da chi aveva cognizione della reale situazione di vergognoso, irresponsabile indebitamento, gonfiato a dismisura nei dieci anni di Raffaelli ma altrettanto irresponsabilmente accresciuto e nascosto nel primo quinquennio Di Girolamo. Ma solo oggi, grazie anche all’azione durissima di alcuni consiglieri di opposizione che hanno stretto alle corde la giunta, sono emersi debiti su debiti e un modo di amministrare una città con faciloneria, disorganizzazione ma anche molta, troppa furbizia. Ora pagheranno i ternani, tutti, con la differenza che alcuni capi, capetti, figli d’arte, garantiti dormono sonni tranquilli, ma 110.000 cittadini toccheranno con mano cosa significa essere amministrati bene o male. Ciò che Di Girolamo non dice sono le conseguenze drammatiche di tipo deflazionistico che questa manovra causerà alla nostra già asfittica economia. Circa 25 milioni sottratti alle famiglie, alle imprese, causeranno una ben maggiore riduzione drammatica di fatturati di migliaia di piccole imprese artigiane e commerciali con chiusure, fallimenti e perdite di posti di lavoro. Peraltro molte delle misure decise non presentano una reale fattibilità, soprattutto nei tempi ipotizzati».