Il Pd e la 'grana' delle deroghe

Leopoldo Di Girolamo è il candidato sindaco del Pd. L’investitura ufficiale è arrivata con il voto dell’assemblea comunale del partito che si è espressa in maniera pressoché unitaria – 122 voti favorevoli e un’astensione – sull’ordine del giorno elaborato dopo il confronto con gli iscritti dei vari circoli Dem di Terni.

Il dibattito non ha riservato particolari sorprese. Nella sua introduzione il segretario comunale Andrea Delli Guanti ha sottolineato come «la richiesta di primarie, come occasione di vero arricchimento, non è emersa con forza nel Pd né tantomeno all’esterno. Per questo – ha aggiunto – dobbiamo aprire una fase nuova rappresentata dalla costruzione di una coalizione che sia coerente con ciò che la città chiede e in grado di valorizzare le competenze di ciascuno. Un centrosinistra che avrà come perno una figura di alto spessore come quella del nostro sindaco».

IL SEGRETARIO DELLI GUANTI DOPO IL VOTO – VIDEO

I ‘malpancisti’ – coloro che da tempo chiedono le primarie – hanno avuto modo di ribadire il proprio punto di vista. Dalla civatiana Daniela Mercorelli, protagonista di un vivace botta e risposta con lo stesso Di Girolamo, fino a Giorgio Finocchio («Si tratta di un’occasione persa, non è stata compresa la forza delle primarie come momento di crescita e confronto») e Rita Castellani. Infine, dopo un breve tira e molla sulla sua ‘facoltà di intervento’, anche Stefano Bolletta – probabilmente l’unico vero candidato alle primarie – ha preso la parola: «Non ho chiesto le primarie semplicemente perché non serve – ha detto -. Questo strumento fa parte del nostro dna e mi amareggia il fatto che il partito abbia avuto paura di questa verifica che avrebbe consentito di parlare a un’ampia parte di città che oggi guarda altrove».

L’annuncio Dopo altri interventi, la presidente dell’assemblea – Maria Grazia Proietti – ha annunciato l’esito del voto e la sala si è sciolta in un applauso. Oltre a ringraziare tutti, Leopoldo Di Girolamo ha detto la sua. Togliendosi anche qualche sassolino: «La battaglia politica non mi spaventa – ha attaccato citando il suo percorso politico e istituzionale -. Qui ho sentito riflessioni inaccettabili. La polemica può esserci ma prima di tutto viene il rispetto reciproco, altrimenti rischiamo di imitare i Cinque stelle. Qui facciamo politica a viso aperto, assumendoci le responsabilità in prima persona».

Disponibilità «Ho dato la mia disponibilità a ricandidarmi il 16 ottobre del 2013 – ha spiegato Di Girolamo -, in modo che il partito potesse avere tutto il tempo necessario per avviare il confronto interno. Nei circoli dove sono stato, oltre a vedere tanta gente, ho raccolto proposte di assoluto valore. La base è stata coinvolta come mai era avvenuto finora. Chi parla di scarsa partecipazione è completamente fuori strada».

Numeri «Sondaggi in giro non ce ne sono – ha precisato il candidato Dem -. Gli unici numeri sono quelli già noti e che dicono che il sindaco è conosciuto dall’84% dei ternani e che a gennaio aveva il 52,5% di gradimento, in controtendenza con il dato di tre quarti dei colleghi italiani. A chi chiede discontinuità – più di uno l’ha invocata durante l’assemblea,ndR – posso dire che ci sarà. Il mondo muta rapidamente e pensare di poter replicare le cosa fatte solo un anno prima, è un errore grossolano. Innovare fa parte della modernità. Questa è la sfida che ci aspetta, da portare avanti attraverso una coalizione larga e rappresentativa».

Il voto Come detto, sono stati 122 i voti favorevoli (su 144 aventi diritto) oltre a un’astensione. Il gruppo dei ‘sostenitori’ delle primarie ha preferito non votare mentre erano circa quindici gli assenti. Fra loro c’è chi – come il presidente del consiglio regionale Eros Brega e l’assessore regionale Fabio Paparelli – è stato ‘bloccato’ da impegni istituzionali. Entrambi però hanno mandato una nota scritta in cui esprimono il sostegno all’ordine del giorno e, quindi, alla candidatura di Leopoldo Di Girolamo da parte del Pd.