di Mar.Ros.

«Hanno abbaiato alla luna sul tema delle coltivazioni sui presunti terreni contaminati e sui cartelli per l’elettromagnetismo e ora rispolverano il tema dei costi della politica, perché evidentemente sono a corto di argomentazioni». Questa la replica del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo rispetto all’attacco del Movimento 5 stelle sulle indennità degli assessori: quattro membri di giunta, come è risultato, non hanno ridotto il proprio compenso.

Difesa personale «Su questo argomento – tuona il sindaco – ci vuole un bel po’ di coraggio ad attaccare il sottoscritto, in quanto tutti sanno che percepisco dal Comune di Terni una busta paga con scritto zero euro, per  una indennità mensile lorda di 544 euro, al netto 311,36 euro, una cifra che mi viene ritenuta alla fonte e devoluta interamente al partito.  Faccio presente al Ms5 che, tanto per rimanere nella loro orbita politica, che il sindaco di Parma ha una competenza lorda (da busta paga ottobre 2015) pari a 5 mila 466,18 euro, netti 3.208,7 euro; il sindaco di Livorno  ha una indennità mensile di 7.097,67 lorde per il 2015, mentre per il 2014 sfiorava gli 8 mila lordi. Invito dunque i consiglieri grillini di Terni, invece di concentrarsi sul sottoscritto, di agire su Pizzarotti e Nogarin affinché un bel po’ di denaro pubblico sia risparmiato».

Amministrazione «Non vedo alcuno scandalo neanche sulla mia giunta – prosegue Di Girolamo -, la busta paga del vicesindaco del Comune di Terni (novembre 2015) è di 2.486 euro nette, a Livorno avrebbe almeno mille euro in più, considerando che quell’amministratore ha anche deciso di non ridursi l’indennità. Il vicesindaco di Terni devolve, inoltre,  mediamente 400 euro al mese al suo partito.  Gli assessori del Comune di Terni hanno retribuzioni differenziate, nel senso che ho dato loro autonomia nel determinarsi, sempre stando nei limiti di legge, l’indennità tenendo conto della situazione professionale, reddituale e familiare. Tutti gli assessori del Comune di Terni hanno comunque subito le riduzioni normative degli emolumenti, pari al 10%».

La giunta «Tre di essi – dice ancora il sindaco – hanno uno stipendio lordo di 3.279 euro che al netto fanno 2.286, se poi consideriamo il versamento al partito si scende sotto i 2 mila euro. Altri tre assessori – i liberi professionisti – hanno un’indennità lorda di 2 mila 951 euro che si attesta a 2.100 euro netti. Un assessore percepisce mille euro a fronte di una indennità lorda di 1.639 euro. Si tratta di cifre del tutto eque per una attività che richiede tempo ed assunzioni di responsabilità rilevanti, sia sotto il profilo penale e civile, tant’è che numerosi assessori del comune di Terni hanno deciso di attivare una assicurazione, con importi variabili  ma comunque non irrisori. Non è prevista infine la tredicesima mensilità».

Demagogia «Francamente non vedo come si possa gridare allo scandalo – afferma Di Girolamo – se non per agitare la bandiera della demagogia di banalissimo ascolto. Cosa ben diversa è approfondire i temi di governo, ad iniziare da quelli  delle risorse a disposizione. Ebbene, pur avendo rinunciato di fatto alla mia indennità, sono della convinzione che i costi della politica in un comune come Terni o di analoghe dimensioni siano marginali rispetto all’ammontare di bilancio, ma che siano importanti per dare un segnale di attenzione, di gestione oculata delle risorse pubbliche. Ebbene per il bilancio di previsione 2016, se dovesse essere necessario, sono disponibilissimo ad un ulteriore approfondimento dei costi della politica, chiaramente insieme al consiglio comunale e a tutte le sue articolazioni.  Auspico di trovare, almeno in questa occasione, la disponibilità di tutti i gruppi consiliari e di tutte le forze politiche».

Twitter @martarosati28