La Corte dei Conti ha chiesto una relazione al sindaco Leopoldo Di Girolamo sui costi delle attività politiche di Palazzo Spada. Fatto questo che ha alzato il dibattito politico con opposizione e lo stesso sindaco che prendono posizione sulla vicenda. Da un lato il Movimento 5 Stelle denuncia «il dimezzamento della democrazia visto che le attività del consiglio comunale sono state tagliate», dall’altra il primo cittadino replica sostenendo di aver intrapreso iniziative proprio con l’obiettivo di «ridurre i costi di gestione».
Carte alla Corte I tecnici del Comune dunque nei prossimi giorni dovranno stilare una relazione con le spese di gestione politica del Palazzo. A richiederla è stata proprio la Corte dei Conti che vuole vederci chiaro in particolare sulle spese per consiglieri comunali e commissioni.
Attacco dei grillini A sollevare il caso è il Movimento Cinque Stelle. « L’ufficio di presidenza – si legge in una nota del gruppo consigliare dei grillini – ha recentemente fatto sapere che saranno dimezzate le attività consiliari tout court, un taglio lineare senza alcun criterio di merito e di contenuto. Con questa decisione di fatto si vanno a colpire i comportamenti virtuosi a discapito di alcune furbe abitudini che pesano come macigni sul bilancio del consiglio comunale. A più di un mese dall’approvazione del bilancio preventivo e contestualmente del nostro atto d’indirizzo che vincola l‘erogazione del gettone alla presenza ad almeno l’80 per cento della durata delle sedute, nulla è stata fatto per rendere effettivo questo atto. Questo anche grazie al teatrino delle opposizioni».
La replica del sindaco Sui costi replica il sindaco Di Girolamo. “I costi della politica – si legge in una nota – sono un problema che va affrontato con serietà, senza strumentalizzazioni e ambiguità. Come sindaco dall’inizio di aprile 2012 ho rinunciato alla quasi totalità dell’indennità, lasciando una piccola quota che devolvo come libero finanziamento al partito di appartenenza. Questa scelta ha prodotto fino ad ora risparmi per l’ente per 200 mila euro».
Costi del consiglio «Sulla vicenda dei costi del consiglio comunale – prosegue il sindaco – è opportuno specificare in maniera chiara che questi non dipendono dal sindaco e non ne risponde il sindaco. Come amministratore e come soggetto politico comunque condivido la presa di posizione del presidente Mascio che ha evidenziato il rischio di innalzare i costi del funzionamento del consiglio. Apprezzo in maniera particolare il richiamo ad uscire da ogni forma di ambiguità. Non si può infatti agitare in continuazione il tema dei costi della politica, soffiare sul fuoco e poi non lavorare per ridurli. Tutte le forze politiche presenti in consiglio dovrebbero dare il loro apporto, sia per contribuire all’approvazione di atti che portino ad un effettiva diminuzione della spesa per le indennità e i gettoni di presenza, sia consentendo all’assemblea e alle commissioni di lavorare in maniera snella e spedita, con un numero di atti equilibrato, incentrato su temi essenziali e di interesse della città. Così come è fondamentale che le commissioni non siano ingolfate di atti, di audizioni, di attività e ruoli a volte dilatati».
Affondo sui 5 Stelle Di Girolamo poi replica direttamente ai grillini. « La politica, i rappresentanti dei cittadini – scrive – non possono permettersi un giorno di invocare austerità e rigore per poi disattenderli. Non si può quando ci si rivolge alla piazza chiedere tagli e risparmi sul funzionamento degli organi elettivi e poi, quando questi tagli arrivano o si paventano, contestarli e non dare il proprio contributo per velocizzare il tutto. Di mezzo ne va la credibilità della politica nel suo complesso, compreso per chi si è annunciato come elemento di novità e cambiamento ma poi una volta nel Palazzo si è ben immedesimato in quelle logiche e comportamenti che a parole si vorrebbero cambiare».