Fabrizio Cardarelli (foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

M5s, Pd e gruppo Misto depositano la mozione di sfiducia al sindaco Fabrizio Cardarelli. È un atto di tre pagine che boccia su più fronti l’operato del primo cittadino quello depositato venerdì mattina dalle forze di opposizione, fanno eccezione Giampaolo Emili della lista civica Due Mondi e Alessandro Cretoni di Forza Italia, che con l’operazione verificheranno la tenuta della maggioranza da tempo ai minimi termini (13 col sindaco contro i 12 di minoranza).

Sociale e sanità In particolare col documento, pronto dalla metà di ottobre, si esprime un giudizio negativo sul lavoro fin qui svolto dal sindaco messo alla prova degli impegni assunti col programma elettorale. In particolare sul fronte sociale le politiche a favore delle famiglie vengono bollate come «fallimentari sia per l’aumento delle tasse che per la sottrazione del diritto di interpello, che permetteva la rateizzazione dei debiti tributari fino a 200 euro». Peggiore il voto assegnato alla sanità «dove la situazione – scrivono compattamente M5s, Pd e gruppo Misto – è drammatica». Nel mirino c’è l’integrazione degli ospedale di Spoleto e Foligno: «Il sindaco ha incontrato il collega di Foligno ma non ha mai dato informazioni ai cittadini, nonostante la richiesta della IV commissione, così come non si sa nulla delle attività fin qui svolte dai tre saggi del nosocomio».

Rifiuti, riorganizzazione Comune e scuole Bordate volano anche sulla gestione dei rifiuti: «Dall’inizio del suo mandato il livello di raccolta differenziata è aumentato del 3 per cento, ma nonostante Cardarelli sia anche presidente dell’Ati 3 non è mai riusciuti a far sentire la voce della cittadinanza, preferendo adeguarsi alle esigenze di un gestore incapace e sempre in difetto rispetto agli obiettivi» ossia Vus. Le opposizioni nella mozione di sfiducia non mancano di tirare in ballo la riorganizzazione della macchina comunale «che – scrivono – rimane un vero e proprio mistero nonostante le aspettative create con annunci di tagli e risparmi mai concretizzati, a differenza delle promozioni di funzionari e nuovi soggetti con contratti di consulenza». Contestati anche gli stanziamenti per le scuole «particolarmente incerti perché legati ai proventi di legge 77 (le urbanizzazioni, ndr) e alle alienazioni. L’unico atto concreto visto su questo fronte è il taglio dei posti disponibili negli asili nido che senza nuova assunzioni a poco a poco non sarà più garantito».

Mozione di sfiducia Alle questioni di merito sollevate da M5s, Pd e gruppo Misto si sommano quelle politiche: «Il sindaco ha raccolto il consenso della città proponendosi come punto di rottura col passato, ma le scelte fatte – scrivono i dieci consiglieri di opposizione – sembrano riconsegnare un pezzo alla volta precedenti orientamenti politici, peraltro denigrati in campagna elettorale». Il riferimento è esplicito coi tre gruppi che puntano il dito contro «l’alleanza con Massimo Brunini, la nomina a saggio dell’ospedale di Sandro Laureti (entrambi con un passato da sindaco in quota Ds, ndr) e l’ingresso in giunta della nipote Camilla Laureti segnato peraltro dalla becera e repentina revoca delle deleghe all’assessore Quaranta». Da qui la mozione di sfiducia e il pungolo ai consiglieri di maggioranza: «A loro chiediamo come possano continuare a condividere un cammino con l’attuale giunta che mette personalità storicamente riconosciute all’antitesi del voto espresso dagli spoletini nel 2014. Avere metà giunta proveniente da ambienti di sinistra – concludono – crea sicuramente imbarazzo a esponenti di maggioranza dichiaratamente legati al centrodestra».

@chilodice

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