Il corteo No inceneritori (foto Rosati)

«In vista della quarta notte di presidio a Palazzo Cesaroni, il M5s illustra una proposta assai concreta per tentare di uscire insieme e onorevolmente da uno stallo di lunga data sul tema degli inceneritori». Lo scrive il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, in una lettera aperta con cui chiede alla presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, di «ampliare territorialmente la partecipazione, aggiornando l’iter e richiedendo il parere delle Amministrazioni comunali e dei sindaci interessati dagli effetti dei nuovi inceneritori». Intanto la protesta si allarga e da Palazzo Cesaroni arriva fino alle strade di Terni. A convocare il corteo per il 25 marzo alle 15 è stato il comitato No inceneritori che con un post sui social ha chiamato la città a raccolta: «La situazione è grave. Molte fonti inquinanti. Due inceneritori. Una città che ha detto No. Chi ha il potere per fermarli non ha il coraggio. In molti però si mobilitano. Non ci resta che invadere le strade della città».

PROTESTA DAVANTI A CONSIGLIO REGIONALE

Coinvolgere comuni vicini Nella lettera alla Marini, Liberati spiega che «le Conferenze dei Servizi sono strumenti amministrativi che, tramite la massima partecipazione di una pluralità di soggetti istituzionali, servono a costruire provvedimenti connotati dalla più ampia collegialità. Ma nel caso dei famigerati inceneritori di Terni, tale collegialità è solo presunta, perché non pienamente ricercata. Se, infatti, è vero che le emissioni di questi impianti si aerodisperdono ben oltre i confini politici del Comune di Terni, come mai nelle Conferenze dei Servizi (indette dalla Provincia prima e dalla Regione ora) non vengono richiesti i pareri dei sindaci di Narni, che si trova ad appena km 1 dagli impianti, o di quello di San Gemini (2 km) o di Stroncone (meno di 3 km)?».

VIDEO: ‘BASTA STUDI, SERVONO SOLUZIONI’

La legge Andrea Liberati evidenzia inoltre che «sulle attività ad alto impatto, una giurisprudenza da tempo consolidata impone di tenere in considerazione proprio i Comuni limitrofi, a pena di annullabilità degli atti. Come mai non si è fatto? Per evitare effetti contra legem di un atto amministrativo connotato da un simile vulnus, l’interesse pubblico all’esercizio del potere di autotutela sarebbe scontato e doveroso da parte dell’assessorato e della Giunta regionale. La Regione Umbria, competente per queste istanze, dovrà quindi procedere a una rapida sanatio, esercitando quei poteri che ontologicamente le spettano proprio quale autorità procedente».

Occasione di rilancio Per il capogruppo pentastellato ciò significherebbe «ampliare territorialmente la partecipazione, aggiornando l’iter e richiedendo il parere delle Amministrazioni comunali e dei sindaci interessati. Sindaci che, auspicabilmente e unitariamente, si esprimeranno contro la piaga dell’incenerimento. Qualora Catiuscia Marini cogliesse al balzo l’utilità di tale modesta proposta, potremmo tutti coltivare un’autentica speranza di rilancio per la Conca Ternano-Narnese, respingendo frattanto al mittente progetti che nulla hanno a che fare col bene dei cittadini. E, quanto a noi, toglieremmo ‘d’ufficio’ le tende dall’Assemblea legislativa, riprendendo le attività istituzionali ordinarie».